Tra Stato e impero

La sovranità in età moderna

  • Carlo Galli

    Professore di Storia delle dottrine politiche - Università di Bologna

  • venerdì 06 Novembre 2020 - ore 17.30
Centro Culturale

Video integrale

La dinamica storica e logica dell’idea della sovranità nell’età moderna consiste nel fatto che questa perde progressivamente le caratteristiche di comando esterno, di autorità personale, per diventare il potere impersonale di tutti, la forma politica di una società, che grazie a essa si costituisce e agisce. Si fa convenzionalmente nascere la sovranità dai Trattati di Vestfalia, che nel 1648 e nel 1649 chiusero la guerra dei Trent’anni conferendo il diritto di legazione e di alleanza ai ceti, alle città e ai territori dell’impero tedesco. La sovranità degli Stati è da quel momento, e fino alla fine del XIX secolo, l’asse della storia, l’elemento che la orienta; il nomos della Terra nello jus publicum europaeum. […] La sovranità moderna nasce dalla crisi dell’idea medievale della pace come ristabilimento della giustizia, che non è più in grado di far fronte al grande dinamismo impresso alla società europea da una serie di fenomeni che sovvertono le libertà, le prerogative, le sfere di influenza, la complessità e la plurivocità degli assetti potestativi, che devono essere affrontati con pensiero e con pratiche nuove. L’obiettivo diviene quello di produrre l’ordine, non di reintegrare una giustizia naturale. La sovranità spoliticizza il sociale, non è il governo delle pluralità politiche. I prìncipi territoriali, formalmente sottomessi al potere universale dell’Impero e all’autorità della Chiesa, cominciano dal XIV secolo a operare sempre più attivamente per accrescere il proprio potere, sia distaccandosi progressivamente dalle potestà universalistiche, sia accentuando la propria presa sulla composita società medievale. Ma la sovranità si rafforza anche dal basso, cioè con le risposte del popolo, o di classi emergenti, all’agire regio. Sia il re sia il popolo nel loro combattersi lavorano per la sovranità. Che è ricerca dinamica di una stabilità impossibile; che rincorre se stessa per costituire un ordine sempre nuovo. Non è restaurativa, ma innovativa: è centrata in sé ed esce da sé, si trasforma, si eccede. È la forma e la sostanza della politica moderna.

 

(da C. Galli, Sovranità, Bologna, Il Mulino, 2019, pp. 29-32)*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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