Dumont distingue tra due significati del termine “individuo”. L’individuo può essere o inteso come essere empirico o come essere morale. In base al primo significato facciamo riferimento all’unità indivisibile della specie umana, presente quindi in tutti i tipi di società. In base al secondo consideriamo l’individuo astrattamente, in quanto essere autonomo, autosufficiente e indipendente dal contesto sociale. E’ questo secondo significato al centro dell’analisi di Dumont. La sua tesi principale si può riassumere come segue: la concezione astratta dell’individuo, secondo la quale ogni uomo “è concepito come se presentasse, malgrado la sua particolarità e al di fuori di essa, l”’essenza dell’umanità”, non è una categoria universale della mente, ma fa parte di una “configurazione di valori sui generis“, che si è affermata unicamente nella società occidentale moderna. Proprio per la centralità attribuita all’individuo come valore tale configurazione di idee viene chiamata “individualismo” o “ideologia individualista”, i cui due ideali cardinali si chiamano eguaglianza e libertà. Dumont, studioso del sistema delle caste indiano, contrappone l”ideologia moderna, con la sua valorizzazione dell’individuo, al sistema di valori indiano che si basa sul principio fondamentale della gerarchia, in cui l’individuo è ritenuto parte di una totalità che lo trascende e lo integra.
Della complessa problematica che riguarda il carattere socialmente e storicamente determinato della nozione di individuo si esaminano alcuni punti:
1. Ricostruzione del percorso attraverso cui l’autore argomenta che la categoria di individuo, comunemente pensata come innata, naturale e immodificabile, e invece un prodotto storico e culturalmente specifico. Si prenderà in esame la storia evolutiva della nozione di individuo tracciata da Dumont sulla base di teorie e dottrine esplicite del pensiero religioso e politico occidentale. Ci si soffermerà in particolare sul passaggio cruciale nel pensiero religioso dall'”individu-hors-du-monde” del primo cristianesimo all'”individu-dans-le-monde” tipico del calvinismo, confrontando la posizione di Dumont con quella weberiana.
2. Esame di alcuni problemi di interpretazione storica che riguardano soprattutto la possibilità di rintracciare nello stesso pensiero occidentale non solo delle “varianti nazionali”, ma dei modi diversi di intendere l’individuo e il rapporto con la comunità. La domanda è: possiamo parlare di una ideologia individualista unitaria e condivisa o non, piuttosto, di diversi e contraddittori modi di concepire l’individuo?.
3. La concezione astratta dell’individuo – come giustamente sottolinea Dumont – è stata ampiamente e radicalmente criticata dalla sociologia fin dal suo sorgere, proprio in quanto preclude la comprensione dei modi in cui la “natura umana” viene modificata da ogni epoca storica e costruita dai particolari contesti sociali. Dumont riconosce il ruolo centrale giocato in questa critica dalla scuola francese di sociologia, da Emile Durkheim e, soprattutto, da Marcel Mauss al cui insegnamento egli esplicitamente si ispira. Alcune perplessità di tipo teorico derivano, tuttavia, da alcune semplificazioni operate dalla sociologia classica che sono state in anni recenti messe in discussione e che, invece, Dumont sembra non prendere in considerazione. Due esempi possono essere sufficienti:
a) l’opposizione tra società tradizionali/società moderne, tra comunità/società che sottostà al legame causale tra crescita della complessità sociale e individualismo è troppo netta. Dalla maggiore complessità delle società moderne non discende necessariamente un’opposizione su tutti i piani con le società tradizionali. Ciò vale sia per la persistenza di forme di solidarietà e di legami comunitari entro le società moderne sia per la presenza di concezioni individualistiche e secolarizzate entro le società tradizionali;
b) per quanto riguarda in particolare la scuola sociologica francese, non sembra essere risolto nemmeno da Dumont quel circolo vizioso o paradosso in cui era caduto Durkheim che non riusciva a pensare alla libertà dell’attore sociale se non in termini di costrizione esterna (“è la società che ci obbliga ad essere liberi”) e a coniugare le funzioni integrative dell’ideologia con il suo contenuto individualistico (e quindi potenzialmente dissociativo).
4. Ci si chiederà se l’opposizione individualismo/olismo come sistema di valori implichi necessariamente una presa di posizione olistica sul piano metodologico nell’analisi sociale comparativa.
Riferimenti Bibliografici
- CARRITHERS M., COLLINS, LUKES S. (a cura di), The category of the person. Anthropology, philosophy, history, Cambridge, Cambridge University Press, 19915;*
- DURKHEIM E., La divisione del lavoro sociale, Milano, Comunità, 1971;*
- HELLER T.C., SOSNA M., WELLBERY D.E. (a cura di), Reconstructing Individualism. Autonomy, Individuality and the Self in Western Thought, Stanford California, Stanford University Press, 1988;
- LUKES S., Individualism. Key conceps in the social sciences, Oxford, Basil Blackwell, 19792;
- LUTHER H.M., GUTMAN H., HUTTON P.H., Tecnologie del sè. Un seminario con Michel Foucault, Torino, Bollati Boringhieri, 1992;*
- MAUSS M., Una categoria dello spirito umano: la nozione di persona, quella di "io", in Idem, Teoria generale della magia e altri saggi, Torino, Einaudi, 1965, pp. 351-381;*
- SIMMEL G., La legge individuale e altri saggi, a cura di F. Andolfi, Parma, Nuova Prati-che Editrice, 1995;*
- TCHERKÉZOFF S., L"individualisme" chez Louis Dumont et l'anthropologie des idéologies globales. Genese du point de vue comparatif, in «Anthropologie et Societés», vol. 17, n.3, 1993, pp. 141-158 (prima parte) e vol 18, n. 1, 1994, pp. 203-222 (seconda parte);
- WEBER M., Sociologia della religione, Milano, Edizioni di Comunità, 1982.*
Testi di riferimento per la lezione
- DUMONT L., La conception moderne de l'individu, in "Esprit", febbraio 1978, pp.18-54 (ed.or. 1965).*
- DUMONT L., Homo hierarchicus, Introduzione, Milano, Adelphi, 1991, pp. 69-96 (ed.or. 1966).*
- DUMONT L., Studio comparativo dell'ideologia moderna e del posto che in essa occupa il pensiero economico, in Homo aequalis I, Milano, Adelphi, 1984, pp. 17-52, (ed.or. 1977).*
- DUMONT L., L'identité collective, in Homo aequalis II. L'idéologie allemande, Paris, Gallimard, 1991, pp.15-56.*
- DUMONT L., Essais sur l'individualisme, Paris, Ed. du Seuil, (in particolare le pp. 33-67; 167-186).*
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