Video integrale
Nell’ambito del discorso sui diritti umani la specificità delle violazioni subìte dalle donne ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, per quanto riguarda sia la riflessione scientifica, sia il dibattito pubblico e la ricezione del problema da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La rilettura dei diritti fondamentali a partire da una loro declinazione in rapporto ai ruoli socio-culturali maschili e femminili, può essere considerata il più rilevante risultato conseguito dal movimento internazionale delle donne e ha introdotto nuovi elementi critici nella discussione sui diritti universali, oltre a dare impulso all’attivismo delle organizzazioni internazionali e non governative, modificandone nello stesso tempo l’agenda. In tempi più recenti, tuttavia, il riferimento ai diritti delle donne ha acquisito un peso crescente anche in quella retorica dei diritti umani volta a «giustificare guerre e “aiuti” che implicano dominio». Una simile retorica affonda le proprie radici nell’eredità del colonialismo, ma ha trovato nuova diffusione soprattutto a partire dai primi anni Novanta, quando la guerra del Golfo ha segnato l’inizio di una serie di conflitti fortemente asimmetrici, intrapresi dalle coalizioni dei paesi occidentali in nome della difesa dei diritti fondamentali. Proprio a fronte di una divulgazione del discorso sui diritti delle donne che si è tradotta nella semplificazione riduttiva del problema, o ha addirittura lasciato spazio a ingannevoli mistificazioni, appare viceversa importante ricostruire il percorso di lungo periodo che ha segnato l’affermarsi di una prospettiva di genere nell’attivismo contro le violazioni della dignità umana. È opportuno quindi da un lato ricollocare l’approccio femminista ai diritti fondamentali nel quadro delle dinamiche e degli eventi intervenuti sullo scenario mondiale, dall’altro esaminare le articolazioni sul piano sia della riflessione teorica sia dell’agire politico, progettato e promosso dalle istituzioni ma anche dalle associazioni di donne. […] Per quanto riguarda il secondo dopoguerra, la nascita delle Nazioni Unite e l’approvazione della Dichiarazione universale del 1948 hanno aperto senza dubbio una nuova fase, nell’ambito della quale è emersa anche la questione della difesa dei diritti delle donne, per quanto attraverso un percorso complesso. Sono proprio le vicende del conflitto mondiale, con il carico inaudito di violenze e l’ignominia dei crimini nazisti, a segnare la rinascita dell’idea dei diritti universali intorno alla quale si costituisce l’attuale sistema internazionale di tutela. Queste vicende vedono anche una specificità dell’esperienza delle donne, in primo luogo per le violazioni da loro subìte. Per esempio gli stupri commessi nei territori occupati militarmente, sebbene tutt’altro che estranei al conflitto del 1914-18, si diffondono ora drammaticamente, fino ad assumere proporzioni impressionanti. Tuttavia la dimensione “sessuata” degli abusi subìti dalle popolazioni civili riceve solo un debole riconoscimento negli anni che seguono la fine della guerra, tanto sul piano delle memorie collettive quanto su quello della riflessione intorno alla necessità di individuare nuovi strumenti di difesa della dignità umana. L’attenzione si concentra piuttosto sul ruolo assunto dalle donne nello sforzo compiuto dai diversi paesi per sostenere l’impegno bellico e nella lotta contro il nazifascismo. Nel quadro dei processi di ricostituzione e ridefinizione degli assetti democratici che attraversano il mondo occidentale, tale attenzione apre la strada all’attribuzione dei diritti politici ancora negati in alcune realtà nazionali: gli esempi dell’Italia e della Francia, che chiamano la popolazione femminile alle urne per la prima volta nel 1946, sono in questo senso significativi.
(da S. Salvatici, Diritti delle donne, diritti umani, in Diritti umani. Cultura dei diritti e dignità della persona nell’epoca della globalizzazione. Atlante I. I soggetti e i temi, direzione di M. Flores, Torino, Utet, 2007, pp. 315-357)*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.