Video integrale
Con il termine “politica” si intende l’umana coesistenza, quando assume l’aspetto di una consapevole identità collettiva, considerata dal punto di vista tanto del potere, inteso come l’energia – anche conflittuale – che è l’origine della forma politica, quanto delle norme, e dei rapporti di comando e di obbedienza, che sono la concreta modalità di funzionamento di un ordine. In questo suo duplice aspetto di conflitto e di ordine, di energia e di forma, di potere e di leggi, la politica è pensabile, piuttosto che come un’essenza, attraverso alcune questioni: qual è l’origine della collettività e quali i suoi fondamenti di legittimità? Quale rapporto c’è fra l’energia originaria delle forme politiche e le loro realtà istituzionali? Quali sono i soggetti dell’azione del potere politico, cioè chi agisce, chi comanda che cosa a chi? E con quali limiti, attraverso quali mezzi o istituzioni, a quali fini? Da chi, con quali procedure e attraverso quali saperi viene assicurato il funzionamento materiale e ideale della collettività? Chi distribuisce a chi le risorse (anche simboliche e valoriali), e come sono state prodotte? Quali sono i confini dell’ordine politico, come e da chi sono individuati, chi includono e chi escludono? Le concrete risposte a queste domande, cioè le forme storiche della politica, sono determinate dalle modalità con cui le categorie ora indicate – conflitto, ordine, potere, forma, legittimità, consenso, produzione e allocazione delle risorse – sono di volta in volta organizzate praticamente e pensate teoricamente. Della politica, infatti, fa parte anche il modo con cui essa viene discorsivamente mediata e criticata dai suoi soggetti e dai suoi attori: la politica è una pratica di potere che è sempre anche un’elaborazione intellettuale e valorativa. I due modi, ‘realismo’ e ‘normativismo’, attraverso cui è interpretabile l’esperienza politica occidentale – riferentisi rispettivamente alla politica come conflitto e alla politica come costruzione dell’ordine regolato – sono in realtà tra loro complementari, se come accade nella modernità si presume la piena destinazione ordinativa del conflitto: l’uno enfatizza infatti l’inevitabilità che la collettività abbia origine e si organizzi attraverso le dimensioni insopprimibili del potere e del conflitto, interno o esterno, mentre l’altro si concentra sulla necessità che il conflitto si neutralizzi in istituzioni e regole certe di convivenza, e che il potere si manifesti come ordine legale. A questo convergere del conflitto nell’ordine, e del potere nella norma, tipicamente moderno, si contrappongono invece linee di pensiero che prevedono che il conflitto non sia destinato a essere tutto pacificato dall’ordine, e che il potere ecceda sempre la norma (Machiavelli, Spinoza, Marx, Schmitt ne sono alcuni esempi). […] Dal punto di vista dell’attribuzione di valore e di senso alla politica, l’ampio spettro delle diverse esperienze politiche occidentali è stato pensato come un tragitto in cui si manifesta l’azione provvidenziale di Dio o della Storia; oppure come un progresso verso forme di sempre superiore apertura alla libertà dei singoli; oppure ancora come regresso e decadenza; o infine come una necessità, cioè come un esito obbligato già inscritto nelle categorie e nelle logiche originarie della metafisica occidentale, nella volontà di potenza e di ordine, nonché nella razionalità strumentale, che la caratterizza (Heidegger). Correlato al problema del senso della politica è anche quello del rapporto fra questa e l’etica, se cioè la politica debba fondarsi sul Bene, su valori morali – e, se sì, da chi stabiliti –, o se invece non si dia essa stessa i propri valori, e in questo caso quali.
(da C. Galli, Politica, in Enciclopedia del pensiero politico, diretta da R. Esposito e C. Galli, Roma-Bari, Laterza, 2005, pp. 644-651)*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.