Nel Medioevo possiamo raggiungere le donne attraverso le parole degli uomini, filtro perciò deformante. Poche voci dirette: qualche lettera da parte di una monaca. Ci sono eccezioni: Christine de Pizans, che scrive e mantiene sé e una grossa famiglia; Chiara d’Assisi, che scrive personalmente delle lettere e una regola solo per donne. Ma sono eccezioni. Nel Medioevo la Chiesa è violentemente misogina: Satana ha un volto di donna e deve tentare Eva, che è una donna. Satana è una donna perché lo sguardo è dell’uomo. L’abolizione del matrimonio dei preti da parte della Chiesa nell’XI secolo ha peggiorato la condizione della donna, che è vista sempre più non come compagna, ma come occasione di peccato. È nel chiostro che la donna è libera: del proprio corpo e della propria mente. A queste condizioni scopriamo che la donna ha trasmesso molta cultura ed è sbagliato parlare sempre di monaci che hanno copiato e trascritto. Quante donne, quante miniatrici, quante orafe! (Abbiamo le loro firme). Attraverso le immagini le donne parlano perché, se monache, ci hanno anche lasciato il loro ritratto trascrivendo i codici e la loro firma. Nel ‘300 l’alfabetizzazione raggiunge anche le donne laiche, se mogli di mercanti o mogli di copisti. Gli Ordini mendicanti traducono i libri in volgare e si rivolgono alle donne perché li leggano (s. Bernardino). Nelle immagini vediamo che la Madonna insegna a leggere o è lei che legge. I quadri ritraggono la realtà del momento. L’importanza delle immagini sta nel fatto che esse registrano anche particolari che le fonti scritte trascurano. L’immagine della Madonna è importante perché è un veicolo dei messaggi che la Chiesa vuole inviare sia agli uomini che alle donne. La Madonna è comunque un modello che limita fortemente la possibilità di identificazione da parte delle donne.
Riferimenti Bibliografici
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