Simboli del pensiero ebraico


Un lessico di settanta voci, un”antologia che in appendice raccoglie settecento passi che fanno riferimento a quelle stesse voci: già i numeri ci introducono nell”universo simbolico dell”ebraismo. Scorrendo le voci prescelte si nota la forte presenza di animali, astri, oggetti comuni, elementi naturali: ne esce così una sorta di ricognizione della realtà che circonda l”uomo. E” lo stesso autore a definire la sua come “un”opera sperimentale”, in quanto propone una ricognizione dello sviluppo del simbolismo lungo tutto l”arco temporale (circa tremila anni) in cui si raccoglie la letteratura ebraica. Ogni singola voce viene quindi seguita dal suo primo apparire nei testi biblici fino all”età moderna. L”analisi testuale è condotta prestando attenzione in modo particolare alle esigenze del discorso metaforico, con un metodo che Busi chiama “filologia simbolica”, che scompone i testi di un corpus tradizionale, ne individua le unità espressive ricorrenti, anche quelle minimali, e disegna un quadro di affinità, indipendentemente dai fattori di carattere cronologico o geografico. Il campione di simboli, che è soltanto uno dei possibili paradigmi di declinazione concettuale della realtà, riesce a rispecchiare il modo di procedere dell”esegesi ebraica, che fino all”VIII-IX secolo individuava centri simbolici rappresentati da parole chiave, che assumevano il valore di autentiche icone del pensiero: “parole come cuore, polvere, voce, mostrarono una particolare forza di attrazione, sia in virtù della loro importanza nel contesto biblico, sia per il loro carattere di fondamenti della rappresentazione dell”uomo e del suo rapporto con il mondo e con Dio” (p. XI). L”estensione delle possibilità simboliche che si coglie nella storia letteraria di ogni voce diventa dunque non soltanto utile per la ricostruzione delle caratteristiche delle singole opere in cui sono presenti, ma può essere utilizzata come strumento per l”emendazione filologica dei testi (procedura particolarmente importante per la Bibbia, che è il risultato di una sedimentazione stilistica assai complessa). Seguendo ad esempio l”itinerario del lemma sehoq (riso), veniamo anche condotti nelle vicende storiche del mondo ebraico, che vedono un”iniziale rilevanza di quell”atteggiamento (Yishaq significa “egli riderà”), fino a una sua graduale contrazione che coincide con il tempo dell”esilio, tempo di cordoglio e di pianto.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Giulio Busi

    Direttore del Dipartimento di Studi ebraici - Freie Universität Berlin

Anno pubblicazione 1999
Recensito da
Anno recensione 2000
Comune Torino
Pagine XXX+752
Editore