Nell’Europa che sta modificando gli equilibri politici si assiste alla difficoltà di qualificare in modo preciso le nuove forme di espressione politica, che sono apparse in particolare nel corso dell’ultimo decennio. Talvolta viene usato il termine “populismo”, considerato come una malattia e una degenerazione della politica, senza riflettere che esso può essere compreso soltanto con riferimento alla democrazia e ai miti che l’accompagnano. Il populismo attuale mira a creare un legame diretto tra governo e popolo (considerato come unico referente legittimo di una comunità politica), trascurando non solo la rilevanza del quadro costituzionale, ma anche la centralità della dialettica parlamentare. Secondo gli autori del volume, il populismo si è sviluppato a seguito dello squilibrio dei rapporti tra il “pilastro popolare” e il “pilastro costituzionale” del quadro politico. Negli ultimi decenni, si è assistito infatti all’ampliamento delle competenze della sfera istituzionale (soprattutto attraverso la crescente importanza delle banche centrali, delle corti costituzionali, delle autorità indipendenti a livello mondiale o continentale) che ha ridotto lo spazio di decisione democratica. I movimenti populisti si propongono di riportare il popolo al centro della decisione politica, sottraendola alle élites giudicate incompetenti, corrotte e indifferenti alla vere ragioni e ai bisogni della nazione. Per queste ragioni, non è corretto restringere il populismo ai soli movimenti e partiti di estrema destra, come dimostrano le similitudini tra le campagne elettorali di Le Pen e Chirac del 1995 e 1997. Uno degli aspetti essenziali del populismo è l’attaccamento alle strutture e ai legami locali, contro ogni forma di globalizzazione che distrugge le forme tradizionali. Altro aspetto peculiare del populismo è la declinazione dell’idea di “popolo” nell’accezione di ethnos, volta a sostenere le rivendicazioni regionaliste: la purezza immaginata della comunità sembra minacciata tanto dagli attori quanto dalle logiche venute dall’esterno. I movimenti populisti hanno trovato nuova linfa nelle categorie sociali che si sentono minacciate dalla “smaterializzazione” dell’economia e che sono insoddisfatte dal funzionamento del quadro politico. Proprio quest’ultimo è l’elemento che spiega l’affermarsi del movimenti populisti: l’aumentato divario tra l’offerta politica e la domanda da parte del popolo di essere rappresentato. In questo senso, il populismo, malgrado tutto, è il segnale della necessità di affrontare questioni poste dalle stesse democrazie.