Da molti anni ormai è in atto una considerevole fioritura degli studi su Filone di Alessandria che ha consentito non solo di gettare uno sguardo rinnovato sull’ambiente ellenistico-giudaico dell’Alessandria del primo secolo dopo Cristo, ma anche di considerare il pensiero filoniano in tutta la sua originalità. In Filone è possibile cogliere i sottili intrecci e gli ampi condizionamenti presenti nel suo pensiero teologico-esegetico e filosofico. Lo studio di Francesca Calabi, docente di Filosofia antica a Pavia e Ferrara, è insieme un’analisi del lavoro interpretativo di Filone lettore e commentatore della Bibbia e un’indagine sul rapporto tra Legge di Dio e leggi umane. In particolare, viene studiato il ruolo che Filone attribuisce alla Bibbia non solo come testo che racchiude la sapienza data a Israele, ma come descrizione e rappresentazione della realtà alla quale gli uomini devono conformare le loro esistenze osservando la Legge divina. Questa dipendenza della realtà dall’unica legge di Dio è emblematicamente incarnata dalla figura di Mosè che ne è insieme traduttore e mediatore, esegeta e interprete. Filone tuttavia è consapevole che l’unicità della fonte della legge non significa che la parola di Dio sia immediatamente legge per gli uomini: esiste anche un ambito umano di legge che va armonizzato con quello divino. La ricerca dell’autrice si estende ad una considerazione approfondita del discorso filoniano sull’armonia e il disordine inerenti i due ambiti di realtà. L’allontanamento da un ordine di perfezione cosmico e la caduta nel disordine e nella trasgressione costituiscono senz’altro i problemi principali, già contemplati nella creazione come possibilità che si concretizzano quando, a partire da Adamo, le passioni prevaricano sulle virtù. In tal modo Filone sviluppa un doppio ambito di discorso, uno relativo alla finitezza e caducità umane e l’altro alla perfezione ed armonia divine senza che fra i due ci sia contrasto. Per Filone è infatti possibile ristabilire l’armonia laddove prevale la virtù che è adeguamento alla legge di Dio: chi la possiede ha titolo per governare sugli uomini. La teoria politica filoniana se sotto questo riguardo non è nuova, si distingue però nel fissare una dipendenza diretta della virtù da Dio. Le scelte etiche precedono la politica e la determinano rendendo del tutto secondaria la scelta tra forme diverse di costituzioni. Esse sono buone o cattive solo se sono forme di ordine o di disordine, governo delle leggi o dell’anarchia.