Il caso analizzato da Gabriella Zarri nel suo volume di indagine sulla circolazione del libro va ben oltre la prospettiva bibliologica e conduce lo sguardo nelle profondità di un contesto sociale e culturale in fermento. Modificato l’assetto degli orizzonti politici, religiosi e culturali, a partire dal XIV secolo la circolazione del pensiero ritrova forza grazie al bisogno di nuove forme di rassicurazione di fronte al crollo delle vecchie certezze. McLuhan ha parlato di "nascita dell’uomo tipografico" analizzando l’impatto sociale dell’introduzione dell’industria tipografica e della conseguente assegnazione di un carattere persistente al pensiero (The Gutenberg Galaxy. The Making of Typographic Man, 1962). La Galassia Gutenberg va tuttavia analizzata anche nei suoi sistemi minori, nell’intreccio delle microstorie, delle vicende territoriali, delle linee tematiche di incidenza della letteratura. Zarri fa questo, rivolgendo lo sguardo alla circolazione dei libri religiosi nei differenti livelli della società tra XV e XVII secolo, ricongiungendo il fenomeno della traduzione volgare delle Sacre Scritture a quello, ben più problematico, del riuso del testo biblico come componente polifunzionale del rapporto tra umano e divino. La Bibbia diviene materia grezza da plasmare senza il bisogno di mediatori sacerdotali e la Chiesa riconosce, attraverso la perdita della capacità esclusiva di amministrazione del testo sacro, la perdita del controllo sulle coscienze. A partire dal Concilio Tridentino lo scenario si modifica e l’introduzione dell’Indice e dell’Inquisizione rappresenta la superficie di una presunzione di controllo, mentre gli strati profondi della società continuano a fremere e modificarsi. Nonostante le disposizioni conciliari, la circolazione del libro religioso mantiene una vitalità non controllabile costituendo, da una parte, la stessa pulsione vitale che garantisce un dinamismo al pensiero cristiano e divenendo, dall’altra, l’elemento capace di rendere sempre più fragile la stessa istituzione preposta al suo controllo. Il volume affronta, a partire da questi presupposti di storia sociale, il ruolo del libro eterodosso nell’universo laico e nell’universo femminile, prendendo in considerazione e facendo dialogare la prospettiva autoriale con quella del lettore. La parola costituisce, nella storia moderna del cristianesimo europeo, il veicolo del cambiamento e il legame con il passato. Questo volume ha dunque il raro merito di porre a confronto la staticità della tradizione ufficiale con la spontanea vivacità del pensiero religioso credente. Integrando fonti differenti per natura e statuto, Zarri riporta alla luce le domande dell’ekklesia sotterrate nei processi di costruzione e di mantenimento dell’ortodossia, ne recupera le suggestioni e ne individua le risposte. Se le parole sono destinate a svanire, gli scritti, anziché preservarne la stabilità, ne restituiscono la fragilità incisiva. La storia del libro, in questo caso, non rappresenta scenari statici, ma traduce una serie di tracce sempre in movimento del pensiero religioso.