Più che la ricostruzione delle vicende europee destinate a culminare nella sperimentazione della democrazia costituzionale cosmopolitica, quel che risulta dalla ricerca di Portinaro è un intreccio di vie particolari, di tentativi falliti, di sintesi incompiute, di paradossi istituzionali che rendono enigmatica la vocazione dell'Europa. La storia europea è, infatti, uno straordinario laboratorio di istituzioni, plasmato da una molteplicità di progetti che spesso si sono trovati a competere reciprocamente. Oggi, in particolare, l'Europa è figlia della diffusa idealizzazione di una radice almeno triplice a cui si è alimentato il suo immaginario: l'idealizzazione della polis come spazio politico di autorealizzazione dei cittadini liberi; l'idealizzazione dello Stato come ordinamento istituzionale capace di offrire garanzie all'esercizio di diritti civili; l'idealizzazione dell'impero come potenza civile a vocazione cosmopolitica. La fusione tra modello della polis, modello imperiale e modello statale non ha mai trovato attuazione concreta nel corso della storia europea, tuttavia tale aspirazione ha impresso la sua impronta sul processo evolutivo delle istituzioni dell'Occidente, non solo in età moderna, ma anche contemporanea. Anche per questo motivo, l'esperimento europeo è oggi particolarmente rilevante. In primo luogo perché sembrerebbe dimostrare che si può andare oltre l'orizzonte della statualità senza cadere nel vuoto di istituzioni sovranazionali deboli. In secondo luogo perché, in un mondo in cui le dinamiche dissociative sembrano superare quelle associative, l'impresa cooperativa europea acquista il carattere di modello non politico, ma anche sociale e culturale. Tuttavia, ciò che da un lato è un vantaggio (la pluralità delle proprie radici, in grado di comprendere la complessità del reale), dall'altro potrebbe trasformarsi in uno svantaggio (l'incapacità di governare le trasformazioni in corso a causa dell'indecisione sul proprio status). A fronte dei diversi scenari che oggi si profilano, l'Europa sembra infatti indecisa su quale modello (imperiale, repubblicano, federale) puntare per governare i processi globali. L'esperienza di questi anni, conclude l'Autore, mostra come prevalga un approccio evoluzionistico al diritto costituzionale, per cui il processo di costituzionalizzazione del continente europeo viene a configurarsi come un processo di graduale perfezionamento dei trattati. Ha invece continuato a essere elusa la questione della natura istituzionale dell'Europa: vi è stata un'europeizzazione delle istituzioni, ma la sfera pubblica europea è rimasta allo stato embrionale.