Il filosofo del linguaggio e semiologo Ferruccio Rossi-Landi (1921-1985) pubblicò la prima edizione di Ideologia nel 1978 e la seconda, ampliata e riveduta, nel 1982. Nella Presentazione Augusto Ponzio motiva l’opportunità di questa nuova edizione dell’opera mettendone in risalto la «grande attualità nel contesto odierno della comunicazione globale, per la connessione strettissima che intercorre tra comunicazione e ideologia» (p. 9). Adottando diverse nozioni del marxismo teorico e rivalutando le analisi «pre-semiotiche» di Gramsci intorno alla «classe dominante», Rossi-Landi ritiene che la comunicazione sia qualcosa di ben diverso da ciò che è presentato come tale in base allo schema dell’emittente, del ricevente, del codice e del messaggio. Intravedendo con estrema lungimiranza gli attuali sviluppi, l’Autore asserisce che la comunicazione sarà destinata sempre più a rivestire un ruolo dominante non solo nella fase intermedia del ciclo produttivo, quello della circolazione, dello scambio, del mercato, ma anche – in seguito allo sviluppo dell’automazione, della computerizzazione dei mezzi e delle vie di comunicazione – nello stesso momento della produzione di merci e anche in quello del loro consumo. In questo modo, le merci sono messaggi e pure i messaggi sono merci, sicché l’intera produzione è comunicazione, e viceversa. In questo volume la trattazione segue tre criteri. In primo luogo, la nozione di ideologia (termine coniato da Destutt de Tracy nel 1796) viene limitata all’epoca contemporanea. In secondo luogo, accantonato il senso originario, ma non più corrente, di ideologia come «scienza delle idee», vengono adottate due concezioni diverse e complementari: ideologia come «pensiero falso (distorto, ingannevole)» e ideologia come «giustificazione o promozione di un sistema politico (comprensivo di ogni dimensione economica, sociale, culturale)» (p. 49). In terzo luogo, l’analisi è di natura «prevalentemente “filosofica”», in quanto Rossi-Landi mira a studiare la situazione umana, globalmente intesa, con un notevole livello d’astrazione e nel rispetto delle «più vaste totalità» all’interno delle quali l’ideologia trova posto, evitando così di cadere in approcci soltanto specialistici. Muovendo da queste premesse, l’Autore riconosce e descrive undici diversi «gruppi di sensi» dell’ideologia. L’opera si conclude con un ponderoso e articolatissimo apparato bibliografico, dedicato all’ideologia e a concetti affini.