Nato intorno al 1910, nel mondo protestante, per indicare quella corrente teologica ultra conservatrice che si opponeva al darwinismo e ad ogni approccio storico-critico nei confronti del testo biblico (di cui ribadiva la diretta ispirazione divina), per analogia il termine “fondamentalismo” è poi stato utilizzato dai commentatori politici americani per designare il nuovo radicalismo religioso impostosi in vari paesi islamici dopo la vittoria in Iran della rivoluzione guidata dall”ayatollah Khomeini. Il motivo del successo di questi movimenti andrebbe ricercato, soprattutto, nella condizione di miseria e di sottosviluppo in cui vivono milioni di persone nei paesi musulmani; a fronte di amministrazioni statali inefficienti e corrotte, sono i gruppi religiosi radicali ad offrire assistenza ed aiuto, costruendo asili (150, promossi da Hamas, nella sola striscia di Gaza), scuole ed altre strutture finalizzate a sostenere i ceti più deboli della popolazione. Parallelamente va segnalato, come fattore decisivo, il fallimento di tutte le speranze legate ad ideologie di matrice occidentale: il socialismo, non meno del nazionalismo laico, si è mostrato incapace di modificare realmente la drammatica condizione di vita di tanti uomini, i quali, delusi, trovano ora nell”Islam la loro ultima ancora di salvezza. Il tratto più tipico di questi movimenti insieme al radicale rifiuto di ogni storicizzazione degli insegnamenti coranici è l”integralistica volontà di impregnare di fede e religiosità ogni aspetto della vita sociale e politica; ciò comporta, però, “il tramonto della tolleranza come valore fondante della convivenza civile” (p. 12) e il disprezzo della libertà del singolo individuo, assimilata alla licenza e all”immoralità e, quindi, concepita solo come un disvalore da rifiutare. Inoltre, tipico del radicalismo religioso è, in campo politico, il rifiuto di ogni compromesso, in quanto, da sempre, “chi parla, o crede di parlare, in nome di Dio, non conosce il criterio della convenienza o del male minore” (p. 45). Ciò provoca, tuttavia, una singolare somiglianza di tutti gli estremismi religiosi, siano essi ebraici, cristiani o musulmani, rendendoli ugualmente disponibili, se non addirittura propensi, al delitto, all”uccisione di tutti coloro che si oppongono alle loro posizioni e che, ai loro occhi, sono solo dei traditori, degli apostati meritevoli di morte.