Wunenburger si pone l”obiettivo di fornire una guida all”interno di un percorso filosofico estremamente variegato e divide il testo in tre parti dedicate all”esame della tipologia delle immagini, della loro natura e del loro uso. Le immagini sono state oggetto solo di descrizioni parziali anche da parte di tutti quei saperi – teologia, estetica, logica, antropologia – che pure hanno con esse forti legami. L”assenza di una vera metodologia nell”approccio alle immagini spiega, a parere dell”autore, perché esse siano rimaste a lungo travisate e mal conosciute. In campo filosofico si è assistito a una “rivoluzione copernicana” con la teoria dell”immaginazione trascendentale di Kant. Questa teoria è all’origine di una serie di approfondimenti antropologici e psicologici che nell”età contemporanea hanno reso possibile un diverso approccio al tema (nel testo vengono analizzati i contributi di Cassirer, Bachelard e Durand) al punto che Wunenburger può concludere che l”immagine è divenuta un”istanza e un”entità insostituibile nella ricerca filosofica contemporanea. In particolare vengono approfondite l”antropologia della conoscenza simbolica, l”ermeneutica e la fenomenologia (interessante è la sua applicazione alle rappresentazioni religiose), tre orientamenti che hanno aperto nuove prospettive per il discorso sulla natura delle immagini: da un lato, è stata interpretata come presenza o mediazione d”essere, dall”altra, ha conosciuto un approccio “disontologizzante” d”intonazione nichilista, che riduce l”immagine a una mancanza d”essere. La fenomenologia ha, secondo Wunenburger, il merito di cogliere i vissuti dell”immagine che accompagnano tanto l”esperienza artistica quanto l”esperienza percettiva: pertanto l”immagine non è più leggibile come una rappresentazione chiusa in se stessa, bensì come una rappresentazione inserita in un flusso di coscienza, in un”attitudine globale in cui la coscienza si determina come esperienza di presentazione del mondo. Nell”ultima parte, l’autore prende in esame le funzioni e i valori dell”immagine nell”insieme delle attività cognitive, mostrandone l”intima compromissione – che si esprime come immagine accessoria (Platone), mediatrice (Kant), a priori (Bergson, Nietzsche) – e approfondendone le interpretazioni etiche per sottolineare che le immagini partecipano alle norme e ai valori che regolano i nostri atti individuali e collettivi.