Escatologia Occidentale


Questo libro, scritto da Taubes nel 1947 come rielaborazione della sua tesi di dottorato, è anche l’unico scritto da lui. In esso appaiono quei temi che accompagneranno la sua storia intellettuale e umana. La linea guida del testo è l’idea messianica della storia così come si è affermata o negata in Occidente. Come suggerisce Ranchetti nella prefazione, di fronte alle apocalissi della Seconda guerra mondiale e dello sterminio degli ebrei, l’autore cerca nella storia occidentale una ragione per orientare in maniera responsabile e motivata la propria esistenza. Stimolato dalle opere di due teologi cristiani, Hans Urs von Balthasar con la sua giovanile Apocalypse der deutschen Seele, e Paul Althaus con i sui due testi sui Novissimi e l’escatologia, Taubes interroga «l’essenza della storia» e non i singoli eventi storici poiché in questi ultimi non si può trovare un criterio. Il criterio è dato dall’eschaton nel quale “la storia oltrepassa il proprio limite e diviene visibile a se stessa”. Il concetto di eschaton si pone cioè al di fuori degli eventi storici, li precede e li segue ma li rende anche intelligibili. Secondo Taubes, che ha come referente la tradizione giudaico-cristiana, l’eschaton abbraccia i due momenti capitali della creazione e della redenzione, al centro dei quali sta la storia. «Il cammino della storia è il “fra” tra creazione e redenzione», luogo dove si incrociano le strade di Dio e dell’uomo, manifestazione della libertà. Israele, naturalmente, svolge un ruolo essenziale nella nascita dell’escatologia: attraverso la profezia si sviluppa lo spirito dell’apocalittica che, come un fiume carsico, percorre la storia dell’Occidente. Da Daniele a Giovanni, da Paolo a Origene, da Gioacchino da Fiore a tutti i suoi successori in epoca moderna, fino a Hegel e Marx, la storia dell’apocalittica è la storia di una visione del mondo continuamente scossa dalla domanda: “quando verrà la fine?”. A questa s’accompagna il sentimento di estraneità derivante dall’essere qui, nel mondo delle tenebre del peccato e non nel mondo di Dio. Nella filosofia di Hegel da una parte, e dei suoi critici Marx e Kierkegaard dall’altra, Taubes vede compiersi la storia dello spirito occidentale. L’età antica e l’età cristiana, nell’analisi di costoro, sono ormai accomunate dall’unico destino del loro compimento finale nel contrasto tra sopra e sotto e nella frattura tra esterno e interno. Ha inizio, secondo Taubes, «un’epoca nuova, che introduce un nuovo eone». Alla nuova generazione viene affidato «il conflitto tra sopra e sotto, la frattura tra dentro e fuori in quanto frattura fondamentale dell’essere. Ma il sigillo per unire ciò che è spezzato è la coincidentia oppositorum. Le opposizioni tuttavia coincidono solo davanti e in Dio».

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1997
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Milano
Pagine 303
Editore