L’opera, di grandi dimensioni e progettata per arredare un grande muro cieco prospiciente piazzale Avanzini, è stata creata da Wainer Vaccari appositamente per il festivalfilosofia2001 – sullafelicità. Dopo essere stata collocata nella sede prescelta utilizzando un supporto provvisorio, quest’anno è stata realizzata in modo definitivo su un nuovo materiale ceramico prodotto da System spa di Sassuolo: 12 lastre in lamina denominata Synterflex, di spessore di mm. 3, per un’ampiezza complessiva di m. 6×6.
Wainer Vaccari nasce a Modena l’8 dicembre 1949. Dopo essere emigrato, a seguito della famiglia, per nove anni nella Svizzera tedesca (1956-1965), rientra in Italia.
La sua formazione autodidatta si indirizza su Picabia e Duchamp mentre lavora per alcuni anni (1967-1971) come illustratore per le Edizioni Panini di Modena. E’ il tempo delle Neoavanguardie, ciononostante Vaccari rimane fortemente colpito, nel 1968, da una mostra sulla Nuova Oggettività tedesca tenuta in una piccola galleria cittadina. In seguito esegue diverse opere ad olio in quella direzione, credendo sempre più nell’affermazione di una pittura figurativa che lo porterà a uno studio approfondito dell’arte del passato e soprattutto della pittura ottocentesca. In particolare negli anni Settanta è stimolato da Christian Schad, dai lavori della pittura Metafisica e dai pittori Iperrealisti americani degli anni Sessanta.
Gli anni 1982-83 sono considerati anni decisivi per la sua pittura. Ad essi risalgono le prime importanti mostre in cui presenta opere di grande formato e di forte impatto, che suscitano un immediato interesse di critica e di pubblico. I quadri di Vaccari assumono caratteri maestosi animandosi al contempo di misteriose atmosfere, con un evidente lavoro di confronto con Velasquez, Rubens, Bocklin (il quale rimarrrà un suo costante punto di riferimento) e in perfetta coincidenza temporale con il ritorno alla pittura attuato dal gruppo degli Anacronisti ( da Mariani a Bulzatti). Sostenuto da una non comune tecnica pitttorica Vaccari affronta con notevole disinvoltura composizioni sempre più ardite. Una delle motivazioni del successo di questa nuova fase creativa è l’incontro con il mercante d’arte Emilio Mazzoli; sono infatti le esposizioni nella sua galleria a segnare la sua affermazione in ambito italiano e internazionale.
Negli anni successivi partecipa a numerose collettive in Italia e all’estero. La prima personale europea si tiene nella Galerie Susan Wyss a Zurigo (1985). E’ invitato ad alcune rassegne curate da Achille Bonito Oliva e ricorre nel saggio del critico salernitano Minori Maniere, dal Cinquecento alla Transavanguardia, edito da Feltrinelli nel 1985.
Realizza i costumi per lo spettacolo Tufo del gruppo di danza Sosta Palmizi, che debutta ad Ancona nel 1987.
I primi anni Novanta vedono Vaccari impegnato principalmente all’estero dove ottiene un considerevole successo in gallerie private e musei. Un importante riconoscimento gli viene assegnato anche in patria: nel 1990 vince il primo premio per l’opera Il cercatore di perle al 42° Premio Michetti a Francavilla al Mare. Contemporaneamente mette in luce il suo sempre vivo interesse per la grafica e la stampa illustrando la Cronaca di frate Salimbene da Parma (Edizioni Allemandi, per Parmalat) con 11 tavole a pastelli ispirate alle cronache medievali del frate, cui seguirà nel 1995 la collaborazione con Giovanni Tamburelli, per il quale illustrerà con incisioni il volume Il Destino (pubblicato dall’editore Gatti di Modena in 95 esemplari). Durante l’anno 1990 esegue la decorazione della sala di rappresentazione di Villa Kranz della ditta Argenta a Monaco: si tratta di sei tele incassate al muro, che sviluppano il tema dei quattro elementi, dove le rappresentazioni dell’acqua e della terra sono raddoppiate.
E’ del 1994, nelle sale della Galleria Civica di Modena, la più importante esposizione personale in uno spazio pubblico nazionale, organizzata da Flaminio Gualdoni. Qui vengono presentati trentasei quadri eseguiti dal 1992 e due grandi sculture.
Dello stesso anno è la grande mostra costituita da quaranta opere, che coinvolge quattro musei del Nord Europa: l’ampia mostra antologica itinerante, curata da Walter Guadagnini prende il via dall’Horsens Kunstmuseum in Danimarca, nei mesi successivi tocca la Kunsthalle di Wilhelmshaven, la Kunsthal di Rotterdam e il Provincial Museum voor Moderne Kunst di Ostenda.
Nel 1996 viene invitato all’imponente collettiva sulla figurazione europea Die Kraft der Bilder di Berlino e nel gennaio dell’anno successivo presenta, presso la Galerie Levy di Amburgo, 80 capricci, la monumentale personale che approderà anche a Bologna e a Bolzano con ottanta, appunto, piccole tele ad olio (25×21 cm) dall’accento bizzarro. Un suo dipinto è selezionato per la rassegna dedicata al poeta Ezra Pound, aperta in Palazzo Bagatti Valsecchi a Milano nel 1997.
Nel 1998 partecipa a due importanti mostre sulla figurazione Arte Italiana-Ultimi quarant’anni presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna e Continuità dell’immagine presso la Mole Vanvitelliana di Ancona. I due anni successivi registrano la sua presenza in altre interessanti mostre collettive in Italia e in Germania: tra le esposizioni italiane si segnalano la XIII Quadriennale di Roma nel 1999, L’eroe borghese. Temi e figure da Schiele a Warhol nel 2000 e Surrealismo Padano inaugurata a Piacenza nel 2002 da Vittorio Sgarbi.
Nel 2001 rinnova la collaborazione con il gallerista modenese Emilio Mazzoli presso il quale espone Quadri mai visti, cioè i quadri e la scultura (intitolata Testa) prodotti a partire dal 1999, che caratterizzano una nuova e rivoluzionaria fase creativa. La mostra è presentata da Achille Bonito Oliva, esattamente come quella tenuta nella medesima galleria diciotto anni prima.
Marco Mango è nato nel 1967 a Modena, dove vive e lavora. Critico e curatore di arte contemporanea, autore e regista di documentari è stato dal 2000 al 2002 direttore e art-director della rivista internazionale Collezioni Edge edita dalla casa editrice Logos di Modena. Dal 2001 è curatore responsabile della galleria Carteria 42.
Come autore e regista ha realizzato, per il canale satellitare Rai Sat Art, i documentari:
– la storia del gallerista modenese Emilio Mazzoli (30′ – MO, 1999);
– la chiesa di Riola di Vergato (BO) dell’architetto finlandese Alvar Aalto (10′ – BO, 2000);
– Irene, il monumento alla pace di Quattro Castella (10′ – RE, 2000);
– il ritratto del produttore di design Dino Gavina (30′ – BO, 2001);
– il Castello senese di Grotti dell’anno 1000 (10′ – SI, 2002);
– una collezione privata bolognese, Casa Montini (10′ – B0, 2002).