Primo progetto di una successiva serie di riflessioni sul concetto di vetustà, obsolescenza e consunzione – inteso come avanguardistica istanza oramai diffusa in molte parte della creatività contemporanea – studio vetusta presenta vetusta 11, dickensiana, installazione ambientale volta alla possibile trascrizione sinestetica e "fredda" dell'universo della scrittura.
Omaggio al medium del sapere per eccellenza, e dunque alla pagina letteraria e al romanzo, il progetto si prepone la ricostruzione pressoché letterale, iconica, simbolista, astratta, e tridimensionale di una delle magistrali pagine di Charles Dickens – Grandi Speranze, Capitolo Ottavo – in cui si descrive la toeletta di Lady Havisham, fantasmica proprietaria della misteriosa Casa Satis, da quarant'anni chiusa, con le porte e le finestre sprangate, dopo che ella fu abbandonata dal fidanzato alla vigilia delle nozze. Monumento vittoriano di grottesca ampollosità, il testo dimostra la straordinaria capacità del romanziere di costruire l'illusione di una scena, la scenografia di un teatrino in cui è disposto un sistema di oggetti simbolici del matrimonio mancato, ora abbandonati alla tragica bellezza del decadimento temporale.
L'intento riflessivo del progetto è dunque volto alla concreta trasposizione concettuale della pagina letteraria nella "realtà" plurisensoriale viva e vera, attraverso tutte le possibili metodologie creative. L'istallazione composita prevede l'interazione di tutti i collaboratori di studio vetusta e sarà lo spunto per la realizzazione di un wall paper, nonché il fondale di sperimentazioni video e fotografiche.
Lo stesso buffet, sarà consunto e marcescente.
Segue la trascrizione della pagina letteraria motivo d'ispirazione, che verrà spedita agli invitati all'opening party, nonché diffusa in maniera virologica in tutti i luoghi della città.
"Entrai, quindi, e mi trovai in una camera abbastanza ampia, bel illuminata da candele di cera. Non vi penetrava il minimo barlume di sole. Era uno spogliatoio, a quanto supposi, osservandone la mobilia, benché buona parte di essa fosse di fosse di forme ed usi a me sconosciuti; ma vi troneggiava un tavolino drappeggiato con uno specchio dorato, ed a prima vista compresi che si trattava della toeletta di una gran dama.
Se sarei riuscito a riconoscere questo oggetto così prontamente, senza una gran dama seduta dinanzi ad esso, non saprei dire. In una poltrona, un gomitolo appoggiato al piano della toeletta e il capo chino sulla mano, era seduta la più strana signora che io avessi mai vista e che mai mi sarà dato di vedere.
Era vestita di stoffe assai lussuose – rasi e merletti e sete – e tutta in bianco. Le scarpe erano bianche, un lungo velo bianco le scendeva dalla capigliatura, dei fiori nuziali adornavano i suoi capelli, ma questi erano bianchi. Alcuni gioielli le brillavano sul collo e sulle mani, ed altri rifulgevano sul tavolino. Altre vesti, meno lussuose di quelle che indossava, e bauli a metà riempiti, erano sparsi ovunque. Non doveva aver finito di vestirsi, poiché calzava una sola scarpa, e l'altra era sul tavolino accanto alla sua mano – il velo non era acconciato che a metà, orologio e catena erano ancora lì, insieme ad un merletto da mettere sul petto, al fazzoletto, ai guanti, ed alcuni fiori e ad un libro di preghiere, il tutto ammucchiato in disordine attorno allo specchio.
Non fu in quei pochi istanti che distinsi tutte quelle cose; pure, il primo colpo d'occhio mi rivelò più di quanto si potrebbe supporre. Vidi che tutto quanto si trovava nella stanza, e che avrebbe dovuto essere bianco, lo era stato molto tempo fa, ed ora aveva perduto la lucentezza, era sbiadito e giallo. Vidi che la sposa in abito nuziale era appassita come l'abito, come i fiori, e non le rimaneva altro splendore che quello degli occhi incavati. Vidi che il vestito era stato tagliato per le forme piene di una giovane donna, e che la figura sulla quale ora esso si afflosciava era tutta pelle e ossa.
(…) Fu quando mi trovai ritto dinanzi a lei, evitando il suo sguardo, che notai ogni particolare delle cose che la circondavano, e mi accorsi che l'orologio era fermo alle nove meno venti e una pendula nella stanza era pure ferma sulle nove meno venti." Charles Dickens, Grandi Speranze, Capitolo Ottavo
L'associazione culturale Studio Vetusta propone la realizzazione di una serie di progetti interdisciplinari che andranno a svolgersi nell'ambito del circuito nazionale ed internazionale, collaborando soprattutto con le diverse realtà presenti nel territorio modenese. L'intento prevede la costituzione di un ufficio stile, un laboratorio di consulenza, ricerca e sperimentazione creativa in cui possano emergere al contempo sia l'importanza di ogni singolo background che la commistione di linguaggi diversificati. La fotografia, il video, il cinema e più in generale le arti visive, così come la musica, la letteratura, la moda, la videoarte, il design e il web design verranno messi in correlazione non soltanto a livello espositivo ma a costituzione di un vero e proprio laboratorio dove andranno sviluppandosi concretamente le idee e i percorsi tematici. In questo senso, il gruppo si servirà di continue collaborazioni e porterà avanti progetti estremamente eterogenei tra loro. Verranno dunque proposte rassegne, esposizioni d'arte contemporanea, pubblicazioni, proiezioni video, conferenze, concerti, performance, laboratori didattici, showroom e qualsivoglia d'altro riguardi la creatività di ogni singolo collaboratore. L'impegno sarà quello di convogliare, rafforzare e rendere possibili i tanti progetti che spesso rimangono solo sulla carta e che invece potrebbero essere motivo di notevole rilievo culturale per tutta la comunità cittadina.
La fruizione dello spazio sarà vitale e quotidiana: prevederà una regolare apertura al pubblico e la possibilità di concordare eventuali appuntamenti. Lo stesso utilizzo dello spazio sarà versatile, e dunque si presterà come sala posa, galleria d'arte, camera oscura, showroom, studio e negozio. Saranno inoltre presentate mensilmente, attraverso vernissage, eventi e presentazioni, le proposte e le realizzazioni dei progetti che di volta in volta verranno presi in esame. Fondamentale sarà la strettissima collaborazione con riconosciute realtà culturali quali la Galleria Quarantadue Contemporaneo, la Galleria Civica e i vicini Atelier gestiti dall'Ufficio Giovani D'Arte.
Inaugurazione: sabato 15 ore 18.00
La mostra prosegue fino al 10 novembre 2007 con i seguenti orari: mercoledì, giovedì, venerdì e sabato ore 16.00 – 20.00
Studio Vetusta
via Carteria 60
41100 Modena
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