La Nota dottrinale pubblicata il 16 gennaio 2003 con la data del 24 novembre 2002 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede «circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica» sollecitava i parlamentari a «non cedere ad alcun compromesso» in materia di aborto, eutanasia, embrioni e morale famigliare. Si trattava di una ferma presa di posizione contro una concezione relativista del pluralismo in un’ora e in circostanze gravemente condizionate dalla pressione massiccia di dottrine neoconservatrici a contenuto neoliberista. (…)
Per la prima volta l’organo dottrinale della Chiesa riconosceva apertamente il pluralismo politico dei cattolici, che un tempo venivano condannati in Italia se non votavano per un solo partito. (…) Ma pur nella diversità delle appartenenze i cattolici erano esortati a uniformarsi senza compromessi ad alcuni principi ritenuti qualificanti della morale, in particolare per la difesa della vita e della pace. (…) La Nota di Ratzinger offriva una precisazione circa la dottrina cattolica sulla laicità e il pluralismo. Questi non erano intesi in quanto valori confessionali, ma in quanto originari valori di legge naturale, universali: la laicità era riconosciuta in quanto «autonomia della sfera civile e politica da quella religiosa ed ecclesiastica» ed era tuttavia contestata se intesa come autonomia dalla sfera morale.
Si presentava un problema di mediazione tra l’ordine dei principi e quello delle loro concrete applicazioni. Anche esponenti della gerarchia, come il cardinale Martini, sottolineavano da tempo che non era sufficiente «proclamare il valore della vita o scatenare battaglia per difenderla»: «non si può procedere in questo campo senza considerare che, in una società pluralista, è piuttosto necessario attenersi a una sapiente gradualità. Occorre evitare due estremi: da una parte la traduzione precipitosa e immediata dei valori cristiani in politica, con forme di tipo integristico, dall’altra, l’oblio pratico di questi valori in nome di una Real Politik che accetta, in vista di alcuni vantaggi immediati, ogni tipo di compromesso e si occulta nell’indifferentismo etico. Siamo in una situazione pluralistica e complessa nella quale ciò che la Chiesa cattolica considera come un bene anche morale non sempre può essere tradotto immediatamente in legge, perché si devono fare i conti col consenso di molti».
(da G. Zizola, L’altro Wojtyla. Riforma, restaurazione e sfide del Millennio, Sperling & Kupfer, Milano, 2003, pp. 365, 367, 371-72)
Riferimenti Bibliografici
- Pontificio Consiglio per la Famiglia, Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche, EDB, Bologna, 2003;*
- G.E. Rusconi, Come se Dio non ci fosse. I laici, i cattolici e la democrazia, Einaudi, Torino, 2000;*
- G. Zizola, L’ultimo trono. Papa Wojtyla e il futuro della Chiesa, Il Sole 24 ore Libri, Milano, 2001;
- G. Zizola, La riforma del Papato. Il nuovo cattolicesimo alle soglie del 2000, Editori Riuniti, Roma, 1998.*
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