Prenderò in esame il New Age come fenomeno di mercato. Prima di ogni altra cosa, il New Age è infatti un caso straordinario di boom di un prodotto nel mercato della cultura, e senza particolari strategie di lancio: basta pensare all’incredibile successo di vendite de La profezia di Celestino di James Redfield, con i molti volumi a cui in seguito ha dato luogo. Come funziona il mercato culturale oggi, in epoca di multiculturalismo? Si muove fra globalizzazione e localismo. Si è parlato di “glocale” proprio per indicare che i due versanti del fenomeno non seguono strade parallele, ma hanno fra loro intrecci strani e inattesi. Il New Age è esattamente un esempio di prodotto “misto”, sincretico, multiculturale; presenta a un pubblico mondiale (in realtà euro-americano) il distillato di secoli di misticismo non-cristiano, extra-euroamericano (vero o inventato), mischiato ad altri elementi: un forte anti-intellettualismo tradotto nell’invito a “pensare positivo”, la critica alla civiltà industriale che pecca di artificialità e consumismo, l’appello ai valori veri (che sono sempre quelli interiori) contro i falsi valori proposti dal mondo, l’invito a liberarsi (del sapere, del passato, dei condizionamenti che ci impediscono di riconoscere la verità), tutte le medicine alternative possibili, una concezione diversa del rapporto corpo-mente, channeling, rebirthing, perfino un po’ di satanismo, una gran quantità di scarti – si direbbe – rispetto alla storia della cultura filosofica e scientifica che ha trionfato in Occidente. Nel New Age il reparto “spirito” è contiguo al reparto “corpo”. L’elemento interessante è la mancanza di confini precisi tra l’uno e l’altro. Il primo settore, quello spirituale, è un pastiche di fedi, mistiche, religioni e credenze. Sono caratterizzate, tutte, dal fatto di essere “alternative”, cioè diverse dal cristianesimo. Ma anche il secondo settore, quello della cura di sé, è sincretico. Comprende la medicina olistica, tutte quante le tecniche di cura alternative, dalla fitoterapia all’aromaterapia alla cromoterapia, dall’agopuntura alla cristalloterapia, la bio-energetica e la bio-dinamica, la visualizzazione e l’autosuggestione.
Il fatto è che nel New Age fra spirito e corpo non c’è separazione, non c’è confine: ogni azione che si prende cura del corpo si prende cura anche dell’anima. Di più, si ha l’impressione che per arrivare a curare il corpo si debba agire sull’anima (questo è il punto di partenza anche della psicosomatica), e viceversa che per muoversi nello spirituale sia necessario (quantomeno sia possibile) percorrere la strada del corpo mediante le pratiche giuste, gli esercizi più adatti, a partire dallo yoga. Ma, in questo sincretismo, che è una caratteristica della presente epoca postmoderna, l’aspetto che colpisce maggiormente è quello del sincretismo religioso. Nella parte più dedicata ai temi religiosi del New Age si trovano infatti elementi delle religioni più varie: sufismo, buddhismo, taoismo, induismo, islamismo, oltre che del più vicino protestantesimo e cattolicesimo con tutte le possibili varianti. E’ presente la convinzione che tutte le religioni dicono al fondo la stessa cosa; è forte la contrapposizione tra movimenti e fedi da un lato, e dall’altro le chiese intese come istituzioni. E’ presente in generale un forte elemento anti-cristiano, anti-occidentale, una critica diretta contro il concetto di “io”, contro il razionalismo e la scienza; un atteggiamento più ambiguo è quello che riguarda la tecnologia, pensata spesso come protesi, mezzo per realizzare quel superamento dell’io tanto invocato.
Quella a cui stiamo assistendo è una vera e propria trasformazione: qui la religione non è più considerata come religione, ma come cura. Non si tratta della tradizionale cura delle anime ma proprio della cura di sé. La religione non è trattata e usata in modo diverso dalle altre pratiche che si utilizzano per star bene: dall’automassaggio al reiki. Che cosa è diventata, infatti, la religione nel New Age ? E’ diventata terapia, e diventando terapia ha perso proprio gli aspetti di fede in una realtà trascendente che siamo abituati ad associare al termine “religione”.
Riferimenti Bibliografici
- Coelho P., L'alchimista, trad. it. Milano, Bompiani, 1995;
- De Mello A., Messaggio per un'aquila che si crede un pollo, trad. it. Casale Monferrato, Piemme, 1995;
- Dobroczynski B., New Age. Il pensiero di una "nuova era", trad. it. Milano, Bruno Mondadori, 1997;
- Evans N., L'uomo che sussurrava ai cavalli, trad. it. Milano, Superbur, 1997;
- Ferrarotti F., La verità? E' altrove. All'insegna del New Age, Roma, Donzelli, 1999;
- Gibran K., Il profeta, trad. it. Milano, Mondadori, 1998, pp. 69;
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- Nacci M., New Age: un videogame dell'anima, in "Il Mulino", n. 2/99, pp. 266-274;
- Redfield J., La profezia di Celestino, trad. it. Milano, Corbaccio, 1994;
- Redfield J., Guida alla profezia di Celestino, trad. it. Milano, Corbaccio, 1995;
- Wood B., La profetessa, trad. it. Milano, Corbaccio, 1997.
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