La poesia di Silvio Ramat incontra per “minimi strapiombi” una umanità che ha già conosciuto tutte le temperie: dalla storia alla fine delle illusioni, dalle tensioni acutamente attuali alle sollecitazioni più propriamente metafisiche. Nell’impossibilità di “scindere fuoco da fumo” tutto affiora allora, senza ulteriori spargimenti, nel “bianco e nero di un dormiveglia stanato”. La fluente scrittura di Ramat tende e sollecita a congiungere su se stessa la pluralità degli eventi che toccano il fulcro dell’esistenza, nella tensione religiosa che si fa carico di un destino collettivo e in una profonda vocazione al dialogo.
Silvio Ramat è nato a Firenze nel 1939. Titolare dal 1976 della cattedra di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova, ha affiancato l’attività di critico a quella di poeta. La prima, avviata nel 1965 con una monografia montaliana, è proseguita studiando alcune delle principali correnti della poesia del nostro secolo (L’ermetismo, La Nuova Italia, 1969), fino a tentarne una ricognizione sistematica (Storia della poesia italiana del Novecento, Mursia, 1976) a partire dalle sue origini (Protonovecento, Il Saggiatore, 1978). Pur nella ribadita fedeltà agli autori massimi (L’acacia ferita e altri saggi su Montale, Marsilio, 1986), la sua attenzione si è successivamente concentrata sui microcosmi testuali (I sogni di Costantino, Mursia, 1988; Particolari, Mursia, 1992) e su studi d’insieme, quali La poesia italiana 1903-1943 (Marsilio 1997) e I passi della poesia (Interlinea 2002). Nel 2005 ha curato per Mondadori l’edizione di Tutte le poesie di Alfonso Gatto. Il suo esordio poetico risale al 1959, con Le feste di una città. Fra le sue numerose raccolte: Gli sproni ardenti (Mondadori, 1964); Corpo e Cosmo (Scheiwiller, 1973); In parola (Guanda, 1977); L’inverno delle teorie (Mondadori, 1980); L’arte del primo sonno (San Marco dei Giustiniani, 1984); In piena prosa (Amadeus, 1987); Orto e nido (Garzanti, 1987); Una fonte (Crocetti, 1988); Serials (Biblioteca Cominiana, 1988); Pomerania (Crocetti, 1993); Origine e destino (Quaderni del Battello Ebbro, 1995). Numeri primi (Marsilio 1996); Il gioco e la candela (Crocetti 1997); Per more (Crocetti 2000). Il corpus della sua poesia 1958-2005, Tutte le poesie, è uscito presso Interlinea nel 2006.
Il Laboratorio di Poesia è una Associazione Culturale che opera, senza finalità di lucro, per la conoscenza, la produzione e la conservazione della poesia contemporanea. Fondato nel 1979 da Carlo Alberto Sitta, svolge attività in diversi settori: formazione, editoria, teatro, conservazione, esposizioni. Conserva nella propria sede, con apertura al pubblico, una Biblioteca e un Archivio della poesia contemporanea, la biblioteca dell’Istituto “Ferrarini”, fondi vari di storia cittadina.
Pubblica, dal 1981, il semestrale di poesia "Steve", la collana "I libri di Steve", la lettera elettronica trimestrale "Plurabelle". Il Laboratorio di Poesia ha organizzato, negli anni, la Biennale Letteratura/Ambiente (1986-2000); la “Vetrina dei Piccoli Editori” (1995-99); spettacoli di poesia, esposizioni, corsi, convegni e seminari.
In occasione del 25° della fondazione, il Laboratorio ha organizzato, nel mese di maggio 2004, il Convegno internazionale “Il Governo della Poesia".