«Esponente anomalo dell'Espressionismo Astratto e dell'Action Painting. Allievo di Clyfford Still. Influenzato da Mark Rothko e Jackson Pollock. A Parigi, conosce Magritte e Giacometti e frequenta Riopelle. In Giappone si avvicina allo zen. Esperienze che lo inducono a rivedere la sua matrice espressionista in chiave cromatica e spaziale. Recepisce dalla pittura francese i valori atmosferici dell'impressionismo e la raffinatezza della tecnica tachista, sviluppando un suo tipico modo di campire i colori, gialli luminosi, rossi ed arancioni squillanti, azzurri profondi assieme ad un particolare uso del dripping, lontano dal vigore vitale e dalla caotica veemenza degli action painters suoi contemporanei, in composizioni sostanzialmente armoniche ed organizzate da un'interna tensione.
Dalla lezione orientale Sam Francis deriva una concezione spaziale vagamente mistica, con grandi vuoti simili a spazi negativi ed aree bianche, talvolta di semplicità minimalista, serenamente contemplativa, equidistante dalle paure e dalle gioie della vita, che per lui fu particolarmente travagliata, in una visione del mondo non da perdente, ma certamente da sopravissuto a sé stesso: la sua opera è animata infatti da una profonda consapevolezza del dolore, ma anche dalla fiducia nella possibilità del suo superamento attraverso l'arte ed attraverso un impegno etico nei confronti del mondo, degli altri, della vita, cosa che lui stesso realizzò impegnandosi in molte campagne sociali. Nelle sue opere, comunque, è sempre riconoscibile l'aspirazione ad una realtà interiore sublimata che trova in un astrattismo venato di lirismo il suo linguaggio più consono per celebrare la vita e l'indomita voglia di fare, al di là del dolore, della malattia e, forse, della morte. »
Sam Francis (1923-1994)
Sam Francis nasce nel 1923 a San Matteo, in California. Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo porta a interrompere i suoi studi e ad arruolarsi nell'Aeronautica Militare come pilota. In seguito a un incidente, è costretto a un lungo ricovero durante il quale adotta la pittura come terapia. Tra il 1945 e il 1946 riprende a studiare presso la California School of Fine Arts di San Francisco e l'anno seguente realizza il suo primo dipinto astratto. Continua poi la carriera universitaria a Berkeley laureandosi in storia dell'arte. Nel 1950 si trasferisce a Parigi, dove nel 1952 tiene la sua prima personale alla Galérie du Dragon. La sua pittura è realizzata attraverso campiture di colori luminosi, spesso adottando la tecnica del dripping ma in modo lontano dalla violenza degli espressionisti astratti. Nel 1955 presso la Kunsthalle di Berna espone sette dipinti alla mostra "Tendances Actuelles". L'anno successivo prende parte all'esposizione "12 Americans" al MoMA di New York. Nel 1957 compie un lungo viaggio che lo porta in Messico e soprattutto in Giappone. Le pratiche orientali infatti influenzano le sue ricerche. Giunge all'uso di sottili strati di colore alternati a vasti spazi vuoti, rivelando una concezione quasi mistica e contemplativa della pittura. Nel 1959 torna negli Stati Uniti e si stabilisce a New York. Partecipa a Documenta II di Kassel e alla Biennale di San Paolo del Brasile. Seguono altre importanti partecipazioni: nel 1961 ad "Arte e Contemplazione" a Venezia e al Guggenheim di New York con "Abstract Expressionists and Imaginists". Nel 1963, oltre a realizzare un'altra delle sue serie di litografie a colori, allarga gli interessi alla scultura e alla stampa. Nel 1966 prende parte a "Six in Sarasota" al Ringling Museum. A partire dal 1987, inoltre, è autore di una serie di grafiche, acqueforti e acquetinte di grandi dimensioni. Muore in California nel 1994, dopo aver donato dieci dipinti, realizzati tra il 1951 e il 1992, al MOCA di Los Angeles.
La galleria Il Divano di George è stata fondata nel 2004 con un atto di fede nei confronti dell'arte contemporanea, intesa come ricerca continua e capacità d'innovare, per spostare oltre il confine di ciò che si conosce. Attraverso una selezione attenta ed appassionata, ci ripromettiamo di offrire sempre un contributo sorprendente, alternando nomi affermati di assoluto valore e giovani senza la cui energia vitale si metterebbe una seria ipoteca sul futuro dell'arte.
La mostra prosegue fino a domenica 7 ottobre 2007 con i seguenti orari: mercoledì, venerdì e domenica 16.30 – 19.30; sabato 10.30 – 12.30 e 16.30 – 19.30
Il Divano di George
Galleria d'arte contemporanea
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