Tra Quattro e Seicento, cambiamenti anche radicali nella rappresentazione della Sacra Famiglia riflettono le mutazioni profonde subite dalla famiglia laica. La prima età moderna vede il moltiplicarsi di immagini della famiglia – sia sacra che profana – in proporzione diretta alla trasformazione del mercato dell’arte, dove la richiesta di un pubblico sempre più numeroso impone la produzione di certe tematiche e il tralasciare di altre. Si moltiplicano di fatto rappresentazioni sia normative che leggermente divergenti riguardo all’ideologia sociale sostenuta dalla Chiesa e dalla trattattistica di impronta umanistica, immagini che riflettono una realtà vissuta che cerca nell’arte il suo proprio ritratto. Effettivamente, dalla metà del Quattrocento, la ritrattistica – nata soprattutto come un supporto visivo alla memoria dinastica – abbraccia una visione sempre più completa della famiglia. Appoggiandosi sempre al modello sacro, l’arte del Rinascimento e della Contro-Riforma raffigura sempre di più l’insieme del nucleo famigliare, tutti i figli inclusi: maschi, femmine…ed anche gli antenati o la prole defunta. Nel Seicento, quando il mercato matrimoniale si ristringe a tal punto che pochi figli nelle famiglie abbiente possono permettersi di sposarsi, le evocazioni della famiglia si allargano per raffigurare anche i fratelli celibi o togati e le sorelle monacate, adottando per i ritratti di gruppo famigliare il modello della Sacra Famiglia con Santi vari. In questo periodo l’aumento quantitativo dei canali di comunicazione visiva – stampe popolari e incisione elitarie, quadri a soggetto sacro e profano nell’ambiente domestico, ma anche decorazioni effimere per feste cittadine – propone una diversificazione esponenziale dei soggetti iconografici trattati insieme ad un coinvolgimento sempre maggiore della popolazione,. Mentre l’arte religiosa e la ritrattistica famigliare tendono ad evocare – ed imporre come modello – certe visioni normative del nucleo patriarcale derivate soprattutto dell’archetipo sacro, la diversificazione dell’immagine permette anche l’espressione di altre realtà. Emergono evocazioni meno armoniose del nucleo familiare, immagini satiriche di conflitti coniugali, e talvolta anche vere e proprie denuncie dell’istituzione matrimoniale che lasciano intravedere un vissuto quotidiano che non sempre rispecchiava la visione ideale proposta dall’arte.
Riferimenti Bibliografici
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