Richard Simon

L'origine della storia comparata delle religioni

  • Guy G. Stroumsa

    Professore di Storia comparata delle religioni - Hebrew University of Jerusalem

  • venerdì 02 Marzo 2001 - 17,30
Scuola Alti Studi

Nel suo grande libro La crisi della coscienza europea Paul Hazard ha fornito una magistrale analisi dei mutamenti intellettuali che condussero alla formazione della République des Lettres nella fase di passaggio dall’età della ragione classica all’Illuminismo. Nel momento in cui nacque la scienza moderna sia le idee religiose che l’approccio intellettuale alle questioni religiose stavano subendo delle trasformazioni profonde. Cominciava così la più significativa rivoluzione nel pensiero umano: la nascita della scienza newtoniana e della religione comparata, soprattutto grazie alle opere di Descartes e Bayle, Newton e Locke, Spinoza e Leibniz. Naturalmente il libro di Hazard non si occupa tanto di religione comparata, quanto di un tema ad esso legato, ossia la critica delle tradizioni religiose. Nondimeno è importante sottolineare come la vera data di nascita dello studio moderno della religione non vada collocata nella seconda metà dell’Ottocento, quando in diverse università dell’Europa occidentale vennero create le prime cattedre dedicate allo studio comparato e “scientifico” dei fenomeni religiosi, ma piuttosto due secoli prima.
Risulta dunque importante esplorare alcuni aspetti di tale scoperta della religione e delle religioni come campo di studio in epoca pre-illuministica e in particolare riflettere su alcuni dei risultati raggiunti dai primi praticanti di questa nuova scienza nel XVII secolo. Da questo punto di vista, è doveroso dedicare un’attenzione particolare a Richard Simon, un prete cattolico francese che viene ricordato soprattutto come uno dei padri della critica biblica, censurato per molti anni e condannato all’isolamento. Simon, più che uno storico delle religioni, è il padre della critica biblica: tuttavia, risulta importante dimostrare che i suoi scritti riflettono la trasformazione epistemologica, la nuova curiositas intellettuale e il nascente interesse per l’oggettività che hanno consentito la nascita della nuova scienza. Le opere di Simon evidenziano inoltre il carattere essenzialmente interreligioso e internazionale della scoperta dei fenomeni religiosi in quanto tema di ricerca erudita. Diversi libri recenti che giustamente insistono sul ruolo preminente giocato in questa scoperta dagli eruditi inglesi hanno teso a trascurare il contributo degli intellettuali cattolici. Tale negligenza è infelice, in quanto solo un ampio approccio di storia intellettuale nei diversi contesti culturali, linguistici e religiosi può consentire un’archeologia della storia della religione.

Richard Simon fu uno studioso cattolico del giudaismo che, dopo essersi formato come teologo cattolico, trovò una sua strada come ebraista e cercò di scoprire le connessioni tra credenza e pratica nel giudaismo. Analogamente, egli comparò in modo sottile giudaismo e cristianesimo. Simon mostrò capacità di muoversi al di fuori della impostazione teologica tradizionale per dirigersi verso un nuovo approccio, etnologico, alle credenze e alla pratiche ebraiche. Era la sua sensibilità storica che gli consentiva di porre queste domande comparative. I miti erano per lui un’escrescenza delle credenze causata dalla mancanza di critica storica e di buon senso da parte dei rabbini. Questi miti a loro volta generavano un rituale ebraico allargato. Nel corso del tempo la crescita abnorme dei riti causò un restringimento dell’etica. Secondo Simon il cristianesimo, al contrario del caraismo, rappresenta una riforma vincente del giudaismo rabbinico perché è stato capace di istituire un equilibrio tra princìpi di fede basati sulla Bibbia e loro attuazione rituale. Il cristianesimo non possiede miti e possiede un rituale più puro e più semplice. Tuttavia il cristianesimo apostolico non ha completamente abbandonato la Tradizione, ossia le regole dell’ermeneutica biblica. La Riforma cristiana protestante che intende fare una cosa del genere è una ripetizione dell’errore caraitico all’interno del cristianesimo. L’originale discorso di Simon resta esemplare di una fruttuosa cultura interdisciplinare: filologia, storia, analisi antropologica e studio comparato delle religioni sono tutte chiamate a contribuire alla nuova scienza

Riferimenti Bibliografici


- B. Feldman, R. D. Richardson, The Rise of Modern Mythology, 1680-1860, Indiana University Press,Bloomington, 1972;*
- P. Hazard, La crisi della coscienza europea, Einaudi, Torino, 1946;*
- H. G. Kippenberg, Die Entdeckung der Religionsgeschichte, Beck, München, 1997;*
- F. E. Manuel, The Eighteenth Century confronts the Gods, Harvard University Press, Cambridge, Mass., 1959;
- A. Pagden, La caduta dell'uomo naturale, Einaudi, Torino, 1989;*
- R. H. Popkin, A. Vanderjagt, Scepticism and Irreligion in the Seventeenth and Eighteenth Centuries,Brill, Leiden, 1993;*
- R. H. Popkin, La storia dello scetticismo, Anabasi, Milano, 1995.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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