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In merito al processo di mondializzazione dobbiamo porci una domanda: quali conseguenze determina il mutamento di paradigma indotto dal nuovo multiverso tecnoculturale e biotecnologico sul modo corrente di intendere la dimensione globale dei problemi? La prima conseguenza è data dallo «scarto» (su cui Derrida, con accenti benjaminiani, da qualche tempo giustamente insiste) tra gli inequivocabili segni dei tempi connessi a una sempre più estesa fenomenologia della globalizzazione e l’uso «dossastico» (per non dire l’«inflazione ideologica» e il «compiacimento retorico e spesso fumoso») che è alla base del proliferare di espressioni come fine della modernità, fine del lavoro e simili. Passare con leggerezza sopra quello scarto significa, senza ombra di dubbio, far dimenticare intere zone del mondo, individui, gruppi, popoli che in larga misura sono le «vittime escluse» del processo abitualmente designato con il termine mondializzazione. Si tratta dunque, innanzi tutto, di non cedere alla tentazione di dissimulare una situazione di dominio capitalistico (dove «il capitale gioca un ruolo essenziale tra l’attuale e il virtuale») che è, in termini assoluti, più tragica di quanto lo sia mai stata nella storia dell’umanità. Nessuna idea del «globale» potrà mai ritenersi una rappresentazione perspicua del nostro presente se non sarà in grado di includere nel suo orizzonte l’esperienza dello scarto: e, con essa, la consapevolezza che l’umanità non è forse mai stata come oggi «così lontana dall’omogeneità, mondializzatrice e mondializzata, del “lavoro” e del “senza lavoro” di cui spesso si parla» (Derrida). E tuttavia, se vogliamo davvero andare alle radici di questa condizione letteralmente paradossale (in contrasto con la doxa, con la communis opinio), si pone preliminarmente la necessità di portare al concetto l’attuale forma della globalizzazione (come processo in fieri) e della globalità (come struttura del mondo finito) al di là dell’opposizione speculare tra le ideologie globaliste e antiglobaliste.
(da G. Marramao, Passaggio a Occidente. Filosofia e globalizzazione, Torino, Bollati Boringhieri, 2003, pp. 34-35)*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.