Video integrale
Come Socrate, immaginiamo di voler costruire da zero un paese giusto in cui vivere bene. Oppure immaginiamo isole disabitate, mondi pieni di cose sconosciute, case da inventare, navi per viaggiare, paesaggi da scoprire e progettare, persone da ospitare. Lungo la strada, ecco farsi avanti re decaduti e aspiranti regine, ladri e soldati, viaggiatori sconosciuti e maghi che promettono di tutto pur di conquistare il potere, poveri e ricchi, adulti e bambini di ogni sorta. Sospesi tra il mondo quotidiano e i mondi immaginati, coinvolti senza saperlo in esempi e metafore della filosofia, bambine e bambini di quattro e cinque anni parlano del bene e del male, del mondo che esiste ai loro occhi e di altri mondi possibili. Nelle scuole dell’infanzia comunali di Modena la filosofia è arrivata così, con domande inattese, enigmi vicini e pagine bianche da riempire provando la meraviglia di muoversi ai confini tra la filosofia e i giochi del “fare finta”.
Tutto inizia con una domanda: di cosa abbiamo bisogno per essere felici? La domanda assume forma di enigma da affrontare insieme perché si chiede ai bambini, divisi in tre gruppi, di immaginare un bel luogo in cui vivere bene. Il primo gruppo sceglie di immaginare una casa; il secondo gruppo immagina di mettersi in viaggio con una nave e il terzo gruppo (…) immagina un’isola in cui essere felici:
RICCARDO: perché non facciamo un mondo senza regole, genitori e sorelle?
FABIO: che bello, che mangiamo le caramelle!
LORENZO F.: ci possono essere le regole …
RICCARDO: no. Non ci devono essere, così possiamo fare tutto quello che vogliamo, guardare la tv fino a mezzanotte con tutti i panettoni …
ALESSANDRO: perché io vorrei giocare a D3 tutto il giorno e tutta la notte
LORENZO B.: però se mangiamo troppi dolci dopo ci viene mal di pancia, o male allo stomaco
LARA: è importante [avere le regole] perché se uno si fa male, non sa cosa fare …
LUNA: se no, se non ci sono come facevamo? Perché non si può dare i calci perché il corpo non si deve rompere, perché è delicato
SARA: ci vogliono le regole perché … i grandi decidono
LORENZO F.: e poi però se è un mondo senza genitori e senza famiglia?
RICCARDO: e se non abbiamo neanche i soldi? … ho capito, peschiamo i pesci
ALESSANDRO: ma se è un mondo di bambini non ce n’è bisogno … tanto prendiamo le cose gratis
LORENZO B.: e se non ci sono i bar e i ristoranti?
SOFIA: e se non c’è da mangiare?
FABIO: mangiamo l’erba
SOFIA: e se noi andiamo a casa a dormire e viene uno sconosciuto?
Che fare, se arriva uno sconosciuto? Non è detto che sia cattivo. Potrebbe essere povero e avere fame, oppure essere «mezzo buono e mezzo cattivo» (Lorenzo B.), «prima ci cerca di ammazzare e dopo diventa buono perché gli è partito il cervello e ha cambiato idea» (Lorenzo B.). Il problema è capire se è buono o cattivo. Se dice che è buono, ma lo dice «ridendo», «forse è cattivo; invece se ce lo dice serio … forse è buono» (Riccardo). (…) Che fare?
ALESSANDRO: io lo accolgo, perché così ci faccio tutto che ci serve e lo lascio andare
LUNA: gli do da bere …
SARA: e se vengono le onde e si rovescia la barca … lui annega … costruisco una barca e lo mettiamo nella nostra barca
FABIO: io prendo le armi e lo accolgo perché così, se fa il cattivo prendo il pugnale e gli taglio la testa
LARA: io gli do da mangiare.
(da AA.VV., Piccole ragioni. Filosofia con i bambini, Modena, Franco Cosimo Panini Editore, 2012, pp. 78-79)*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.