La credenza millenarista rappresenta un capitolo a parte nella storia della conquista del Paradiso cristiano. Al contrario di quanto comunemente si ritiene, ciò che costituisce il cuore della credenza millenarista non è l’annuncio di sventure o catastrofi allo scoccare dell’anno Mille o dell’anno Duemila, ma la convinzione che tra il tempo che viviamo, contraddistinto da violenza e sofferenze, e l’eternità che seguirà il Giudizio Universale, si realizzerà sulla terra un periodo di pace e di felicità piena. La durata di questo periodo in mille anni è annunciata nell’Apocalisse di Giovanni, ma è poi raramente ripresa nella tradizione successiva che, in vario modo, prosegue sino all’età contemporanea. Si tratta della rappresentazione, dai contorni spesso ben definiti, di una felicità terrena che risarcirà delle sofferenze patite prima di affrontare il Giudizio di Dio, che assegnerà a ciascuno una condizione eterna. Una tale credenza trova maggior vigore e forza ogniqualvolta la storia si accanisce sui popoli costringendoli a depositare le proprie speranze nel futuro avvento di un’età di pace e felicità. In epoca moderna, sulla tradizione millenarista non può non innestarsi la nuova idea di progresso. In tal senso, la garanzia di un futuro felice non sarà data da Dio, ma dalla potenza della scienza e della tecnica, oltre che dalla politica e dalla morale. Un radioso futuro terreno che rappresenta tanto il motore di alcune ideologie otto-novecentesche, quali il socialismo, quanto delle attuali credenze new age.