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Non vi è chi possa dubitare della rilevanza di Richard Wagner come musicista e come teorico di una forma d’arte totale. Ma su quanto la sua biografia e la sua concezione della storia, della società e del potere siano rappresentative di un Ottocento profondo che ha proiettato la sua ombra sul secolo successivo e continua ad abitare i gangli oscuri del nostro presente è necessario ancora fare luce, muovendo dai molti crocevia intellettuali della sua vita e da un’interpretazione complessiva della sua concezione politica, così come emerge dai suoi scritti, dall’epistolario e dai suoi drammi musicali – in particolare dalla rivisitazione del mito compiuta nel Ring.