Il matrimonio islamico è un matrimonio religioso? Sorprendentemente, rispondere a questa domanda può apparire complicato. Ma ciò accade solo se ci si lascia fuorviare da categorie inappropriate. Se per matrimonio religioso si intende un sacramento, quello islamico certamente non lo è: è un contratto, un patto. Se il matrimonio religioso è inteso come contrapposto al matrimonio civile, allora può risultare difficile qualificare come religioso il matrimonio islamico, considerando che gli Stati musulmani lo gestiscono di regola come il “matrimonio di Stato”, da concludere di fronte agli ufficiali dello stato civile. E’ tuttavia illuminante osservare che in Turchia molti musulmani, dopo aver concluso il matrimonio secondo il codice civile laico, aggiungano a questo il vincolo religioso che nasce dal matrimonio islamico, e che non ha alcuna rilevanza per lo Stato. I musulmani hanno ben chiara la natura religiosa del matrimonio islamico. Esso è religioso perché disciplinato da regole di fonte divina, o divinamente ispirate. Tali regole sono state sviluppate attraverso i secoli dalla scienza giuridica (fiqh), che rappresenta la più importante tra le scienze religiose dell’islam. Anche l’applicazione del diritto da parte dei giudici è considerata in certo qual modo una funzione religiosa.
Il Corano e la tradizione profetica offrono fonti particolarmente abbondanti sul matrimonio. Anche per questo le regole dettate dalla Legge sacra hanno sempre goduto di grande effettività e opposto un’elevata resistenza al processo di codificazione e ai tentativi di riforma da parte degli Stati. Oggi tuttavia la loro codificazione è generalizzata. Lo Stato definisce autoritativamente la versione del diritto di famiglia destinata ad aver applicazione nel suo territorio. Il testo di legge statale è a sua volta oggetto di interpretazione da parte dei giudici. Si avviano così dinamiche interpretative del tutto inedite.
Riferimenti Bibliografici
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