Se noi siamo detentori allo stesso tempo di una pluralità di ruoli, perché (e come) uno di questi ruoli, per un certo lasso di tempo, predomina sugli altri e diventa l’elemento caratterizzante della nostra identità? Nell’attuale fase di sviluppo della società industriale avanzata (fase che alcuni chiamano postmoderna e che io invece preferisco definire in sintonia con A. Giddens in termini di ipermodernità), i soggetti hanno una forte tendenza a cambiare molte volte d’identità nell’arco della loro vita: come si spiega la dinamica di questo fenomeno, quali sono i suoi fattori scatenanti e quali i suoi effetti sull’idea di persona e sui processi formativi della personalità? Domande ovviamente non nuove. In tutte le epoche, i pensatori si sono misurati con domande di questa o simile natura. Tuttavia, è con la nascita dell’individualismo moderno che esse diventano più pressanti. Per la prima volta (o quasi), l’Io non deve essere nascosto, o camuffato dietro un muro di eufemismi. In Montaigne, il Moi è vissuto come la scoperta di un nuovo territorio, come l’emergere di un mondo tutto da esplorare. Ma la travolgente irruzione dell’Io nella cultura occidentale comporta, allo stesso tempo, una rivalutazione dell’Altro. Il problema del rapporto tra l’Io e l’Altro si situa, d’improvviso, al centro di un nuovo orizzonte di riflessione. Un rapporto che non è tra due realtà immutabili e semplici, ma tra due realtà mutevoli e composite. Tra due realtà che si plasmano reciprocamente. Non c’è un Io senza un Altro, e viceversa. E in più, forzando un po’ le cose (ma non tanto), si può dire che in ogni Io sono presenti diversi Io. Per restare nella metafora teatrale, ogni Io va visto come una scena in cui s’interpretano diversi ruoli in un complesso gioco delle parti. E questa è appunto l’idea sostenuta dalla teoria sociologica dei ruoli: ogni persona è portatrice di diversi ruoli.
(da T.Maldonado, Critica della ragione informatica, Milano 1997, pp. 55-56)
Riferimenti Bibliografici
- J. Elster (a cura di), L'io multiplo, Milano 1991.*
- A. Giddens, Le conseguenze della modernità, Bologna 1994.*
- J. Starobinski, L'occhio vivente, Torino 1975.
- C. Taylor, Radici dell'io, Milano 1993.*
- S. Turkle, La vita sullo schermo, Milano 1997.
- B. Williams, Problemi dell'io, Milano 1990.
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