Il potere femminile, nella Grecia antica, è concepito come una minaccia: quella di una presa di potere. Si tratta di un motivo antico che, nell’immaginario greco, è connesso al tema delle amazzoni. Il termine ginecocrazia tuttavia appare solamente nel IV secolo a.C., sia in alcuni storici che in alcuni filosofi (in particolare Aristotele). Il concetto che questo termine designa riguarda in particolare, nel quadro limitato di una riflessione sui regimi costituzionali, il rapporto tra l’ambito domestico e quello politico.
Con Bachofen, la situazione è completamente rovesciata: rinvenuta in maniera privilegiata nel discorso mitologico, la ginecocrazia è divenuta l’elemento centrale di una tappa culturale anteriore al patriarcato. Per ciò essa costituisce (per gli eredi del diritto romano) una minaccia di regressione e non più semplicemente una possibile deriva. Perchè si elabori una tale teoria, il mito ha dovuto essere concepito come un oggetto storico, capace di trasmettere una informazione credibile (e dotata di una persuasione efficace) su un sistema di credenze e di pensiero anteriore alla sua propria scrittura.
Lo sviluppo della teoria del matriarcato (o più precisamente del “diritto della madre”) è dunque strettamente connesso con l’avvio, tra il XVIII e il XIX secolo, di una riflessione moderna sui concetti di mito, simbolo e storia.
Il percorso qui proposto si svilupperà da Moeurs des Sauvages Amériquains comparées aux moeurs des premiers temps del padre gesuita Latifau (1724) al Mutterrecht di Bachofen (1861), cercando di mettere in evidenza, da una parte, il modo in cui si costituisce, in Lafitau e poi in Welcker, il ‘dossier’ di base della ginecocrazia (quello che si ritrova nel Mutterrecht), e, dall’altra, come in Bachofen stesso (attraverso i documenti conservati negli archivi di Basilea) si passi da una ricerca sulla Italia antica di questo ‘dossier’.
Riferimenti Bibliografici
Fonti:
- J.J. Bachofen, "Vortrag über das Weiberrecht", Verhandlungen der sechszehnten Versammlung deutscher Philologen, Schulmanner und Orientalisten in Stuttgart vom 23, bis 26 September 1856, Stuttgart, 1857, pp. 40-65, (rad. italiana di M. Ghelardi e A. Cesana (a cura di), Johann Jakob Bachofen, Diritto e Storia. Scritti sul Matriarcato, l'Antichità e l'Ottocento), Venezia, 1990;*
- J.J. Bachofen, (1861), Das Mutterrecht, Eine Untersuchung über die Gynaikokratie der alten Welt nach ihrer religiösen und rechtlichen Natur, GW II e III, Basel-Stuttgart, 1948, (trad. it., Il matriarcato. Ricerca sulla ginecocrazia nel mondo antico nei suoi aspetti religiosi e giuridici), Torino, 1988;*
- J.F. Lafitau, Les moeurs des sauvages amériquains comparées aux moeurs des premiers temps, Paris, 1724;
- K.O. Müller, Aeschylos Eumeniden, Grieschisch und Deutsch, it erläuternden Abhandlungen über die äussere Darstellung, und über den Inhalt und die Composition dieser Tragödie, Göttingen, 1833;
- L. Preller, Demeter und Persephone, ein Cyclus mythologischer Untersuchungen, Hamburg, 1837;
- C. Ritter, Die Vorhalle europäischer Völkergeschichten vor Herodotos, Berlin, 1820;
- F.G. Welcker, "Anhang über den geschichtlichen Grund der Sage vom Lemnischen Männermord", in: Die Aeschylische Trilogie Prometheus und die Kabirenweihe zu Lemnos, Darmstadt, 1824, pp. 585-602.
Studi:
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- M. de Certeau, "Writing vs. Time: History and Anthropology in the works of Lafitau", in Yale French Studies, 1980, 59, pp. 37-64;
- M. Duchet, Le partage des savoirs. Discours Historique, discours ethnologique, Paris, 1985, pp. 30-52 ("De l'histoire morale à la description des moeurs: Lafitau");
- F. Graf, "La materia come maestra. La teoria del simbolo e dei culti di Johann Jakob Bachofen e i suoi presupposti storico-scientifici", in Quaderni di storia,1988, 28, pp. 17-39;
- F. Graf, "Die Entstehung des Mythosbegriffs bei Christian Gottlob Heyne" in Mythos in mythenloser Gesellschaft, Das Paradigma Roms, Colloquium Rauricum 3, Stuttgart-Leipzig, 1993, pp. 284-294.
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