Immagini di Europa

Tra mito classico e rappresentazioni moderne

  • Cristina Acidini Luchinat

    Soprintendente - Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

  • martedì 05 Marzo 2013 - 17.30
Centro Studi Religiosi

Audio integrale

Con una sintesi estrema, e avvalendosi soprattutto della versione di Ovidio, i momenti salienti del mito narrano della principessa fenicia Europa che si reca al mattino vicino al litorale per cogliere fiori con le compagne. Là viene ammirata e desiderata da Giove che, trasformatosi in toro bianco, si fa condurre da Mercurio, insieme con una mandria autentica, presso le ragazze. Invaghita della bellezza e della mitezza dell’animale, Europa lo accarezza, lo incorona e infine gli sale in groppa; questi si getta allora in mare e, con lei aggrappata sul dorso, nuota fino a Creta. Dopo l’approdo Giove si rivela a Europa e convive con lei generando Minosse, Radamanto e Sarpèdone o Sarpedonte, tutti singolarmente destinati alla carriera di giudici infernali; la dà infine in sposa al re dell’isola, Asteria, che adotta i tre figli. (…) L’immagine della fanciulla che viaggia per mare su un toro innamorato, sospesa tra la delizia e lo spavento, ha ispirato innumerevoli artefici tra i quali scultori, pittori, mosaicisti, tessitori, mostrando nei riguardi delle fonti antiche gradi di dipendenza molto diversificati, dall’adesione fedele alla vaga ispirazione. (…)
Al tipo di Europa come principessa fenicia rapita (quello al quale gli odierni dizionari archeologici assegnano la definizione convenzionale di «Europa 1») si affianca fin dall’Antichità il tipo che quei medesimi dizionari definiscono «Europa 2»: l’Europa geografica, che insieme con Asia e Africa occupava per gli antichi l’intero mondo conosciuto. Matronale e regale nella figura, come si conviene alla personificazione di un Continente, era sovente affiancata dal toro, che ne costituiva ormai un attributo. Che le tre principali terre emerse portassero nomi di donna, fu notato e commentato a partire almeno da Erodoto. Divenute quattro le parti del mondo dopo lo scoperta dell’America, Europa e le altre trionfarono su opere a stampa, volte affrescate, oggetti d’arte. Man mano però che il concetto di Europa si veniva rappresentando alla coscienza dell’età moderna con l’aura nefasta dei violenti fatti internazionali di cui essa era ormai teatro, anche la sua personificazione ne risentiva. Se è vero che l’aspetto di opulenta sovrana carica di nobili attributi, che l’allegorismo cinquecentesco aveva assegnato a Europa-Continente, durò nell’arte e specialmente nella pittura per un paio di secoli, non è meno vero che fu effigiata anche come regina spodestata e donna piangente di fronte allo strazio della propria terra e dei propri figli dopo decenni di eresie, riforme, scismi, divisioni, guerre, carestie.

(da C. Acidini Luchinat, Il mito di Europa, in AA.VV., Il mito di Europa, da fanciulla rapita a continente, Firenze, Giunti, 2002, pp. 20-21)*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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