Voce recitante: Franca Lovino
Flauto: Matteo Ferrari
Musiche originali di: Fabrizio Dal Borgo
L’origine storica dello haiku come genere poetico risale al XVI secolo, quando divenne popolare lo haikai, un poema di 36, 50 o 100 versi di varia ispirazione composti da un gruppo di poeti che si riunivano insieme. Il poeta “maestro”, o colui che veniva designato come iniziatore, cominciava con lo scrivere un verso detto hokku in tre righe di 5-7-5 sillabe, che rimaneva il più importante in quanto “tema” dell’intera composizione. Un secondo poeta aggiungeva in successione un verso composto di due righe da 7-7 sillabe e così, con alternata e simmetrica regolarità, si continuava sino al compimento del poema. Al termine le composizioni, non firmate, venivano lette ad alta voce, analizzate e commentate.
Il primo grande autore di hokku autonomi e maturi, quelli che solo a partire dalla fine dell’Ottocento saranno chiamati haiku, fu Matsuo Bashô (1644-1694) che ne fissò le regole di composizione: la presenza di un preciso riferimento a una delle quattro stagioni e una quantità di 17 sillabe ripartite secondo il ritmo 5-7-5.
Dopo una lunga parabola di ascesa e splendore, lo haiku iniziò un lento declino sino al rinnovamento profondo operato da Masaoka Shiki (1867-1902) che aprì l’epoca dello haiku moderno e contemporaneo, da un lato fedele alle regole tradizionali, dall’altro aperto alla continua ricerca di nuove vie, non ultima quella del verso libero.
La ricchezza dello haiku si esprime su differenti livelli, propri della cultura giapponese: valore semantico, pura musicalità del verso, effetto di pausa linguistica proprio delle forme sincategorematiche della lingua giapponese, bellezza estetica del verso in quanto “calligrafia” e, non ultimo, quel salto logico-grammaticale frutto dell’estrema concisione che pare spezzare ogni poesia in due parti. Per quanto difficile ne risulti la traduzione, tuttavia proprio nella lettura ad alta voce meglio si conservano e trovano espressione queste caratteristiche.
Le letture proposte, accompagnate da musiche originale composte per l’occasione, presentano un ampio panorama della tradizione dello haiku, dalle composizioni seicentesche a quelle contemporanee, secondo una partizione tematica che prevede:
venerdì 20: la natura
sabato 21: la donna
domenica 22: l’amore