Giovanni Lindo Ferretti Allevare menti, pascolare pensieri

Recital di canzoni e poesie

Festival Filosofia

di Giovanni Lindo Ferretti

con: Lorenzo Esposito e Reffaele Pinelli


“Mia nonna mi ha insegnato che quando va male, davvero, bisogna salvare la forma. Raccontava di grandi carestie che hanno attraversato, nei secoli, le nostre valli. Le donne, nelle case, continuavano ad impastare e cuocere qualsiasi rimedio, anche la terra, il muschio, la segatura, l’erba, in forma di pane. Mio padre, per sopravvivere, in campo di prigionia tedesco, ha masticato e rimasticato pezzi di cuoio, residui di scarpe, bolliti a minestra. Era festa se catturavano un topo e veniva cotto allo spiedo, di nascosto. Insieme alla vita l’uomo deve salvaguardare l’umanità.

Se manca la sostanza diventa la forma il limite invalicabile dell’esistenza. Preziosa comunque.

Il limite, il confine del mio operare pubblico è la parola. Preziosa.

È un’arma la parola. Un’arma il tono, il ritmo. Forma e sostanza.

Deve essere forte la parola, anche quando è leggera, quando si fa sinuosa.

Un rapimento, un’estasi che brucia e fa silenzio intorno.

Far fiorire il deserto.

Qui, ora, s’adora l’apparenza, cosmetica idea di bellezza che nasconde e appiana, ma la bellezza è luce e brilla di verità.

Non tanto liberare la fantasia, quanto lo sforzo di penetrare la realtà, svelarla e raccontarla.

L’eccesso satura i sensi: vista, udito, olfatto, gusto, tatto e li esaurisce.

Noi siamo saturi, quasi esauriti.

Sono figlio di un mondo, irrimediabilmente finito, che ha fatto dell’allevare, pascolando, la forma quotidiana del suo vivere.

Imperterrito continuo a pascolare allevando.

Solo parole: lette, recitate, cantate.

Una voce, due voci, un suono: l’organetto diatonico, che ha segnato il limite musicale tra la tradizione e la modernità.

Il suo utilizzo segna la via del ritorno. Tutto cambiato. Tutto diverso.

E l’uomo?”

Giovanni Lindo Ferretti




Giovanni Lindo Ferretti ha lavorato come operatore psichiatrico. Negli anni ‘80 è stato il cantante dei CCCP Fedeli alla Linea, un gruppo di punk filosovietico e di musica melodica emiliana, coi quali ha inciso, tra gli altri, Curami e Emilia Paranoica. E’ rimasto voce del gruppo quando nel 1992 si è trasformato nei CSI Consorzio Suonatori Indipendenti, incidendo album come Ko de mondo, Linea Gotica, Tabula rasa elettrificata. Successivamente ha realizzato Co.dex , il suo primo disco da solista. E’ ora cantante dei PGR (per Grazia Ricevuta), band improntata a sonorità electro-world. Produttore discografico de “I Dischi del Mulo”, è stato direttore artistico di Bologna 2000 Capitale europea della cultura. Nel 2003 il debutto in teatro con Iniziali: BCGLF, il lavoro a quattro mani con Giorgio Barberio Corsetti, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, su progetto ATER. E’ giunto alla quinta edizione conFUSION&, il festival culturale da lui progettato e diretto al fine di valorizzare il territorio dell’Appennino Reggiano dove è nato e attualmente vive.



Altre conferenze del ciclo

Torna all'archivio conferenze