Video integrale
Appare ormai chiaro a molti come la geomatica sia in grado di offrire una vasta gamma di strumenti e metodologie caratterizzati da un elevato grado di innovazione e tecnologia. Guardando a questo vasto panorama con un occhio più critico e all’avanguardia, si può pensare di impiegare efficacemente la tecnologia del presente e del futuro, intesa come sperimentazione di nuovi approcci in un’ottica di ricerca applicata, allo studio e alla conservazione del patrimonio storico e artistico. È sempre più frequente, infatti, l’utilizzo e l’integrazione di strumentazione altamente tecnologica in ambito archeologico e architettonico. Molteplici sono gli esempi a livello nazionale e internazionale a sostegno di queste affermazioni; solo per citare alcuni casi di geomatica al servizio del cosiddetto cultural heritage si può pensare all’utilizzo di immagini telerilevate per l’identificazione di siti ancora nascosti, all’impiego delle tecniche di posizionamento satellitare per la creazione di mappe archeologiche, alla fotogrammetria come strumento di restituzione di dettagli anche molto elaborati, ecc. Negli ultimi anni, inoltre, si è largamente diffuso l’utilizzo della tecnica laser scanning che mediante uno strumento, il laser scanner terrestre, permette l’acquisizione di molte informazioni con un elevatissimo grado di dettaglio e in un tempo relativamente breve. Si deve dare atto di quanto questa metodologia sia altamente performante e produttiva; in aggiunta permette di rispondere a molte esigenze e a difficoltà incontrate sul campo.
Si pensi, ad esempio, alla possibilità di rilevare con un alto grado di accuratezza elementi artistici e dettagli architettonici di difficile accessibilità, come quelli situati sulle torri. Un dato di questo tipo risulta molto apprezzabile sia per gli esperti che ne possono studiare comodamente tutti gli aspetti da una prospettiva di certo più comoda e rilassata, ma anche per tutta la comunità. Tante volte si trascura questo aspetto: siamo molto attratti da imponenti testimonianze del passato e raramente ci rendiamo conto delle piccole ricchezze che ci circondano spesso nelle strade e nei monumenti delle nostre città. Inconsapevoli dell’arte e della storia che ci circonda, possiamo essere “risvegliati” da ricostruzioni tridimensionali, metricamente del tutto corrette, effettuate proprio sulla base della nuvola di punti rilevata dal laser scanner, che diventa così un importante strumento di divulgazione del patrimonio artistico, reso virtualmente accessibile veramente a tutti. […] La natura profondamente tecnica di questa visione – ingegneristica e strutturale – permette di valutare in maniera critica la nuvola di punti al fine di estrarre da essa informazioni utili agli ingegneri strutturisti e a coloro che devono valutare la struttura per aspetti quali la sua complessità dovuta alle fasi costruttive, le evoluzioni subite nel tempo, i carichi e le azioni esterne a cui è sottoposta, i modi di vibrare, in una parola sola la sua stabilità.
Quando si parla di conservazione del patrimonio storico e culturale non si può pensare solo al restauro della componente artistica, ma si deve tener conto del fatto che queste strutture hanno una lunga storia alle spalle ed è inevitabile dover procedere allo studio del consolidamento e della messa in sicurezza. È un dovere che si ha anche nei confronti delle generazioni presenti e future al fine di tramandare queste ricchezze nel tempo.
(da C. Castagnetti, E. Bertacchini, A. Capra, M. Dubbini, Il laser scanning terrestre per l’analisi di edifici di interesse storico ed artistico, in A. Manzino e A. Spalla, a cura di, Geomatica. Le radici del futuro, Cagliari, SIFET, 2011, pp. 99-108)
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.