Video integrale
Presiede: Roberto Franchini
Presentazione del volume Democrazia. Storia e teoria di un’esperienza filosofica e politica curato da Carlo Altini (Bologna, Il Mulino, 2011)
Saggi di: Carlo Altini, Ferruccio Andolfi, Dario Antiseri, Daniele Archibugi, Ermanno Bencivenga, Luciano Canfora, Pietro Costa, Francesco Fistetti, Giovanni Giorgini, Bruno Karsenti, Yves Mény, Stefano Petrucciani, Pier Paolo Portinaro, Wolfgang Reinhard, Silvano Tagliagambe, Nadia Urbinati, Gianfrancesco Zanetti.
È difficile oggi individuare un concetto che goda di maggiore fortuna rispetto a quello di democrazia, progressivamente diventato un ingrediente irrinunciabile per l’autodefinizione di qualsiasi movimento politico, tanto che nessun attore sulla scena politica può definirsi «antidemocratico» pena la sua immediata cancellazione dal dibattito pubblico: infatti «democrazia» non indica più solo una forma di governo, un’ideologia o una procedura, ma l’intero orizzonte assiomatico dei paesi occidentali. Questa straordinaria fortuna dell’idea di democrazia non è però priva di ambiguità. All’inizio dell’epoca globale le dinamiche democratiche non hanno generato solo luci ma anche ombre con le quali è necessario oggi fare i conti. Per esempio, libertà ed eguaglianza non hanno camminato di pari passo, tanto che nelle democrazie liberali contemporanee sono chiaramente aumentati i livelli di diseguaglianza sociale ed economica, così che oggi sembrano riproporsi vecchie questioni di ceto, in particolare nell’accesso alle risorse e alle opportunità. Anche a livello istituzionale il principio della rappresentanza ha finito per entrare in crisi a causa della progressiva trasformazione dei partiti politici in macchine oligarchiche di organizzazione del consenso e di gestione del potere, con scarso ricambio nella partecipazione ai processi decisionali da parte dei cittadini. Inoltre, di fronte a questa insistita paralisi nella circolazione delle élites e nella mobilità sociale, si sono affacciati sulla scena pubblica movimenti populisti che, favoriti dall’irrigidimento delle istituzioni tradizionali, hanno proposto nuovi modelli di azione politica per certi versi contrari alla natura della democrazia rappresentativa e costituzionale, ma che hanno riscosso grandi favori popolari, giungendo dunque a rovesciare nel suo esatto contrario lo scopo intrinseco dell’appello alla volontà popolare. Per questi e altri motivi è dunque necessario ritornare a discutere criticamente l’idea di democrazia, troppo spesso diventata una banale e superficiale etichetta che strumentalmente maschera pratiche e ideologie non democratiche.
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