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La democrazia è nata come forma di gestione della politica in comunità ristrette. Nelle polis greche tutti gli individui si conoscevano di vista e non era per loro difficile riunirsi, discutere e decidere. Ma più di due secoli fa la democrazia è stata reinventata al fine di adattarsi a comunità politiche della dimensione dei moderni Stati-nazione. Oggi questa forma di democrazia è in crisi. Gli Stati nazionali sono diventati troppo piccoli per le cose grandi e sono troppo grandi per le cose piccole. La conseguenza è che molti aspetti della nostra vita quotidiana – le crisi finanziarie e le epidemie, i flussi migratori e il commercio – sono stati sottratti al controllo democratico esercitato dai cittadini. Può la democrazia diventare la modalità di gestione della società globale? Per continuare a esistere, la democrazia ha bisogno di trasformarsi nuovamente, espandendosi alle organizzazioni internazionali, a cominciare dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea. Ma deve anche trovare forme di gestione del potere che consentano a comunità locali o non territoriali di poter discutere e decidere su questioni che riguardano la propria vita. La democrazia cosmopolitica non ambisce solamente a trasferire la democrazia dalla sfera nazionale a quella globale, ma a operare una rifondazione delle modalità di gestione del potere. Un tale radicale cambiamento porterebbe la globalizzazione dei nostri tempi a essere qualcosa di diverso da una serie di processi incontrollati, aprendo la strada a una società cosmopolitica, nella quale gli individui possano agire come autentici cittadini del mondo.
Riferimenti Bibliografici
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.