La caduta del Muro e la conseguente riunificazione non hanno costituito nell’insieme una cesura per la posizione di entrambe le grandi chiese, cattolica e protestante, nella sfera pubblica, né per il loro reciproco rapporto. Le attese secondo cui la Germania sarebbe diventata un po’ più protestante, grazie all’adesione dei nuovi Länder con la loro tradizione protestante, si rivelarono subito frutto di valutazioni errate. La chiesa evangelica nella Germania orientale è più fortemente minata dal numero degli abbandoni e dall’immigrazione a Ovest. Sotto il profilo finanziario, inoltre, essa dipende in misura rilevante dalla chiesa della Germania occidentale. L’ex-DDR ha portato con sé nella Repubblica federale soprattutto un gran numero di persone senza appartenenza confessionale, completamente estraniate dal cristianesimo.
Negli ultimi due decenni il ruolo delle chiese nella sfera pubblica è mutato nella misura in cui le chiese, cattolica ed evangelica, si esprimono sempre più spesso insieme su importanti temi politici e sociali. Si iniziò nel 1979, con una presa di posizione del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca e della Conferenza episcopale tedesca sul tema, “Valori fondamentali e precetto divino”, con cui le chiese reagirono all’intenso dibattito condotto negli anni Settanta sui valori fondamentali dello stato di diritto e sulle lesioni ad essi inferte.
Seguì, nel 1985, una dichiarazione comune dal titolo, “Prendere coscienza della responsabilità nei confronti della creazione”, e nel 1989 un testo sui problemi attuali e fondamentali legati alla difesa della vita, dal titolo “Dio è amico della vita”. Nel testo si affrontano i temi della ricerca sugli embrioni e dell’aborto, ma anche l’atteggiamento nei confronti della vita umana soggetta a gravi impedimenti, dell’eutanasia e dell’accompagnamento alla morte. Nella premessa si afferma che si è raggiunto un elevato grado di consenso su questi temi, senza tacere le differenze persistenti o cedere a falsi compromessi.
Un anno prima delle elezioni del 1998 per il Parlamento federale, che condussero alla sconfitta del governo Kohl e alla sua sostituzione con un governo a guida socialdemocratica con il cancelliere Gerhard Schröder, le chiese cattolica ed evangelica pubblicarono un “Messaggio comune” sulla situazione economica e sociale in Germania, dal titolo: “Per un futuro di giustizia e solidarietà”. La dichiarazione congiunta del 1997 individuava nella disoccupazione la maggiore sfida politica ed economica e prendeva posizione sulla crisi dello stato sociale. Le due chiese maggiori si esprimevano nel documento in favore di una “opzione in favore dei poveri, dei deboli e degli svantaggiati” e ribadivano il principio della giustizia sociale, intesa come partecipazione di tutti i componenti della società alla costruzione di giusti rapporti e relazioni.
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Riferimenti Bibliografici
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