Nelle culture antiche l’intero processo della comunicazione ruotava attorno all’azione di parlare e ascoltare, alla bocca e all’orecchio, si trattasse di una conversazione tra uomini o di un dialogo con gli dei. Anche le opere scritte dell’antichità, e in primis quelle filosofiche, restavano fortemente connesse alla pratica orale e ne conservavano l’eco. Prima che l’età ellenistica e il Medioevo riducessero la filosofia ad attività puramente teoretica, essa restava infatti un’arte del vivere, un esercizio di meditazione che non riguardava la sola ragione. Per trasformare le anime e le vite individuali, essa doveva coinvolgere anche l’immaginazione e la sensibilità, farsi discorso vissuto e animato.
Proseguendo il viaggio nel mondo dei classici, la rassegna di letture di Vivavoce vuole appunto presentare quest’anno pagine di saggezza, pensate filosofiche, riflessioni morali: scritture che, in questa forma antica, conservano il tono uditivo e dialogico e un certo andamento narrativo. Ci saranno Platone e Teofrasto, Luciano e Lucrezio, ma anche l’Antico Testamento e il suo continuo racconto midrashico.
Riconsegnate all’ascolto, nei ritmi vivi della lingua e con le esitazioni e gli arresti del parlato, queste pagine della saggezza antica possono ritrovare il carattere di una conversazione, di un esercizio terapeutico dell’esistenza.
Riepilogo
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