La creazione dei generi riveste un ruolo cruciale nei racconti fondativi delle religioni del Libro. Più in generale, in ogni manifestazione della mentalità religiosa la differenza di genere si carica di significati densi. Maschile e femminile sono, da questo punto di vista, rispecchiamento del divino, perché è in questa differenza costitutiva e nel valore distintivo dei generi che si può unicamente scorgere anche il divario differenziale di Dio rispetto all’umano. Maschile e femminile mettono inoltre in moto stratificazioni di dottrine e di pratiche che investono i fondamenti della persona e pongono con forza questioni intorno alla gerarchia sociale tra i generi. Il ciclo di lezioni del Centro Studi Religiosi si propone di esplorare alcuni percorsi dell’elaborazione religiosa delle differenze di genere per farne emergere gli snodi teologici e storico-antropologici più significativi, arrivando a fare il punto sulle questioni teoriche di maggiore rilievo nell’attualità. Lo svolgimento del ciclo avrà quest’anno un ritmo decisamente binario. I primi incontri indagheranno il tema delle differenze di genere nei racconti dell’origine trasmessi dai testi sacri, tanto nel caso delle religioni del Libro quanto in quello delle religioni dell’India. Seguiranno poi incontri rivolti a far emergere le molteplici declinazioni del genere „Ÿ iconografiche, dottrinarie, sociali e filosofiche „Ÿ pervenute fino in epoca contemporanea.
L’origine dei generi nel racconto del Genesi insiste sulla qualità dell’umano «a immagine di Dio», oltrepassando il divieto di rappresentazione che contraddistingue altri libri biblici e indicando la generazione di una reciprocità umana fondata sulla scoperta del volto di Dio nel prossimo. Nella narrazione del Genesi la creazione dei generi è tuttavia collegata anche all’emergere di un orizzonte di possibilità nel quale l’avvento del peccato originale e la tentazione del male segnano al contempo l’uscita dal mito edenico e l’ingresso nello spazio di libertà della storia. Intorno alla questione dell’origine del creato e del male „Ÿ della sua irruzione nel mondo e della sua deriva „Ÿ si registrano significativi scostamenti tra la versione biblica e quella coranica della genesi, con il differente ruolo che il testo sacro dell’Islam assegna alla relazione tra maschile e femminile, sia nel pensare la creazione come gestazione del mondo, sia nell’insistere sulla loro compartecipazione alla storia della cacciata. Se nelle religioni del Libro l’origine del maschile e del femminile può venire interpretata come paradigma del rapporto tra Dio e le creature umane, nelle molteplici mitologie tradizionali dell’India vedica e post-vedica appare viceversa evidente che la differenza tra i generi sprigiona una forza generatrice di portata cosmogonica.
Incessantemente soggetti all’interpretazione dottrinale, i testi sacri delle tradizioni religiose si sono dimostrati motori di posizionamento culturale e di legittimazione sociale. Per lunghissimi tratti dell’esperienza storica delle società attestate nella tradizione occidentale, la questione della differenza di genere si è declinata nel senso della subalternità sociale, culturale e anche religiosa imposta alle donne in contesti di crescente egemonia maschile. Dall’alto Medioevo agli esiti dottrinari e politici del Concilio di Trento, l’identità femminile è stata disciplinata da istituzioni sociali ed ecclesiastiche intenzionate a controllare i sistemi gestuali e rituali a disposizione delle donne. Tuttavia, tra gli interstizi di questo dispositivo e con l’ausilio degli strumenti d’osservazione offerti dai women’s studies, si possono scorgere rappresentazioni della presenza femminile nella vita quotidiana e culturale „Ÿ in contesti familiari, urbani o monastici „Ÿ che indicano un percorso di pietà femminile non imbrigliabile nella logica delle religioni istituzionalizzate.
Solo con l’avvento della società capitalistica e di una borghesia maschile commerciante e secolarizzata l’esperienza del sacro è divenuta pienamente compatibile con una religione “femminile”, imperniata sul valore della carità, sulla devozione alla famiglia e su di un’ideologia dei sentimenti di stampo teosofico e laico non meno che cattolico. Messa in questione questa ennesima forma di subalternità religiosa, l’esperienza femminile del divino può essere oggi gesto d’interrogazione gratuito e differenziale che plasma un modo profondamente vitale, quasi pneumatico, di cercare sensi e ragioni nell’ordine misterico e simbolico di cui sono intrise le religioni.
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è inserito tra le iniziative di aggiornamento insegnanti per l’Anno Scolastico 2003/2004. Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena, tel. 059/421210, fax 059/421260 |