I concetti di "essere umano" e "umanità" sono recenti, nati in epoca moderna parallelamente alla riflessione sulla definizione dei diritti universali dell’uomo, attraverso i quali si è inteso sottolineare il comune fondamento di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro etnia, cultura, religione, condizione economica e convinzione politica. Si tratta dunque di concetti assenti nel mondo classico in cui, però, svolgevano un’importante e analoga funzione la figura dell’ospite e l’idea di ospitalità. Le relazioni con gli stranieri, e più in generale con l’alterità, cioè con coloro che non appartenevano alla propria comunità, erano infatti regolate dalle leggi dell’ospitalità, che erano leggi della tradizione, non sempre formalmente definite, ma sacre e inviolabili sia nella sfera politica che nella cultura religiosa, in cui si condensava il parallelismo tra consuetudini sociali e pratiche antropologiche.
Certamente, fin dalle origini della cultura occidentale, la riflessione filosofica e teologica sull’alterità non manca di sottolineare l’ambivalente origine delle definizioni di "ospite" e di "straniero" nelle coppie di termini xenos/xenia e hostis/hospes, nelle quali convivono l’idea dell’estraneo, la figura del nemico e l’immagine dell’ospite da accogliere in amicizia.
Tuttavia, pur nella consapevolezza di tale ambivalenza, si afferma la necessità del rispetto delle leggi dell’ospitalità, indipendentemente dall’identità di colui che si presenta come bisognoso di aiuto e dall’eventuale minaccia che può rappresentare. In particolare nel mondo classico il rispetto delle leggi dell’ospitalità è sacro, sia per chi è tenuto a offrirla, sia per chi la riceve, e proprio nei rituali dell’ospitalità si creano legami di amicizia e alleanza che impegnano per il futuro, diventando così strumenti di pace e di coesione socio-politica. Si tratta inoltre di pratiche che riguardano tanto gli uomini quanto gli dèi. Basti ricordare come esempio, intorno alla questione degli dèi, le pratiche dell’interpretatio e dell’evocatio tipiche della cultura romana: all’inizio gli dèi stranieri erano resi familiari utilizzando la comparazione con gli dèi romani (pratica già in uso in Mesopotamia, in Egitto e in Grecia) e solo successivamente il loro culto veniva ammesso a Roma.
Il tema dell’ospitalità non si esaurisce certo nel mondo classico ma trova ulteriore sviluppo nelle religioni del Libro in epoca medievale e moderna, nelle quali la figura dell’ospite e il tema della convivenza con i credenti delle altre religioni rivelate divengono anche forme importanti per i processi di autorappresentazione dell’identità religiosa. Riemerge qui l’ambivalenza individuata nel mondo classico intorno alla relazione con l’alterità: da un lato, l’ospite diventa il "prossimo", colui al quale il credente deve portare aiuto e soccorso in ogni occasione; da un altro lato, l’alterità si pone come elemento di miscredenza e di eresia determinato dall’esclusività del monoteismo, che introduce una nuova dicotomia secondo la quale la diversità dell’altro, la sua appartenenza a una comunità diversa e la sua fede in un dio diverso non rappresentano più una semplice differenza culturale, ma vengono ricomprese nella distinzione vero/falso. Si realizza in tal modo una forma di indisponibilità a riconoscere la legittimità dell’altro tale da trasformare la differenza religiosa in motivo di conflitto; anche se spesso l’identità religiosa, così come quella etnica, diventa soprattutto un potente strumento di mobilitazione degli individui, coinvolti in guerre che sotto l’apparenza religiosa nascondono motivazioni legate al potere politico ed economico.
Il ciclo di lezioni del Centro Studi Religiosi si propone di riflettere sulle molteplici caratterizzazioni – teologiche, antropologiche, sociali, politiche – assunte dall’immagine dell’ospite nelle diverse tradizioni religiose. Nella prima parte dei lavori – svolta attraverso il ciclo di lezioni tra ottobre 2014 e gennaio 2015 – sarà data precedenza, in una prospettiva di lungo periodo, alla discussione dei principali nodi storici e teorici relativi alle concezioni dell’ospite nelle diverse tradizioni religiose, mentre nelle attività programmate tra febbraio e aprile 2015 sarà dato maggiore spazio alle questioni aperte nella vita delle società contemporanee, con particolare attenzione al significato che termini chiave come quelli di "ospitalità" e "accoglienza" hanno oggi assunto di fronte alle numerose sfide poste dalla società multiculturale e dal pluralismo religioso. La riflessione sull’ospitalità può infatti essere complementare alla cultura dei diritti umani, offrendo così un rinnovato punto di vista teologico e religioso su questioni di grande attualità, altrimenti trattate esclusivamente sul piano sociale e politico. Una riflessione, dunque, sul modo in cui le culture religiose valutano l’ospitalità e la dignità dell’ospite non può che essere considerata tanto necessaria quanto urgente.
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell'accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (D.M. 18 luglio 2005). Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena, tel. 059.421237, fax 059.421260, csr@fondazionesancarlo.it, www.fondazionesancarlo.it. |