Le narrazioni antiche nelle voci dei contemporanei

L’interesse per la narrazione e la lettura, l’esperienza della voce e dell’ascolto – che caratterizza dal 1992 l’attività di Vivavoce – si esercitano quest’anno sui classici greci e latini.
Nella lettura ad alta voce si riconosce qualcosa che si era già sentito prima, come una memoria di voci che sono nella lingua, di ritmi e cadenze che portano con sè anche l’intesa e il senso di familiarità.
Quando ci si trova nel mondo di una lingua straniera ed anzi morta per la nostra percezione come lo sono i metri classici, la risorsa delle voci sembra svanire.
Vicende, gesti e detti memorabili degli antichi stanno nella nostra esperienza da sempre, continuamente ritessuti lungo la catena delle generazioni. Ma le frasi di quei narratori, irrigidite in una posa monumentale da precetti e traduzioni scolastiche, spesso non corrono più e non aprono la via della meraviglia o il piacere della lettura.
VivaVoce ha chiesto a narratori, registi, compositori contemporanei che hanno cura per i toni e i ritmi della lingua, di prestare la loro voce a quei monumenti, scegliendo proprio fra quelli che hanno i nomi più noti e fanno parte di un patrimonio che si suppone condiviso: Omero e Virgilio, Apuleio e Luciano, Petronio, Plinio e anche la Bibbia.
Spesso sono dovuti ritornare all’originale greco o latini e ritradurre, magari con piccole volute infedeltà, talora hanno riscritto cercando un ritmo tutto nuovo al posto di quello ormai perduto. Qualcuno si è impegnato in un proprio originale “centone”.
Preferite, come sempre, le narrazioni divertite e sorridenti o quelle che suggeriscono visioni cangianti e lasciano libera l’immaginazione.