Dopo l�allargamento, l�Unione Europea si trova ad affrontare una nuova fase del processo di integrazione che condurr� questa regione multistatale a diventare, da spazio economico, spazio di diritto: terminati i lavori della Convenzione (2002-2003), nell�ottobre 2004 � stato infatti firmato a Roma dai capi di Stato e di governo dell�Unione il Trattato Costituzionale per l�Europa.
All�interno del lungo processo di integrazione europea, il Trattato costituzionale rappresenta allo stesso tempo un momento di continuit� e di discontinuit�. Da un lato, infatti, esso prosegue l�esperienza giuridica che ha dato luogo alla Carta dei diritti fondamentali (Nizza, 2000) e che trova le sue radici nel processo di revisione dei trattati risalente almeno all�Atto Unico del 1986 e sviluppatosi poi nei trattati di Maastricht (1992) e Amsterdam (1997) e nella Dichiarazione di Laeken sul futuro dell�Unione (2001). Dall�altro lato, il Trattato costituisce un radicale momento di innovazione sia politico-istituzionale che simbolico: per la prima volta � stata portata a termine una fase costituente che, per quanto imperfetta e perfettibile, determina la creazione di un�entit� qualitativamente diversa da tutte le forme di governo contemplate dalla tradizione europea moderna. Il Trattato non prevede infatti la creazione di un�unione di Stati, n� tantomeno di un super-stato, ma sembra delineare un�unione di costituzioni, integrate a un livello complesso di autonomia, interconnessione e trasversalit�.
Vero e proprio �luogo giuridico fondativo�, il Trattato riorganizza radicalmente il diritto europeo, adeguando il contesto istituzionale e politico alla partecipazione di 25 paesi, armonizzando le diverse istituzioni comunitarie e intergovernative, reimpostando le regole dell’azione esterna e del mercato interno, la politica economica e monetaria, la tutela giurisdizionale e i principi democratici. Rivedendo, in particolare, la ripartizione delle competenze tra Unione e Stati membri, il Trattato costituzionale giunge ad influire anche sulle strutture giuridiche dei singoli Stati. E se alcuni di essi hanno gi� adottato european clauses nelle loro costituzioni, cos� da definire istituzionalmente, in via preventiva, le procedure e le condizioni per l�accettazione di nuovi vincoli comunitari, molto resta da fare in ordine all�organicit� delle Costituzioni nazionali di fronte al nuovo approfondimento dell�integrazione europea.
In attesa dello svolgimento dei processi nazionali di ratifica che precedono l�effettiva entrata in vigore del Trattato � attualmente fissata al 1� novembre 2006 � il dibattito politico e scientifico intorno ad esso � naturalmente ampio ed aspro: le divisioni tra i sostenitori e i critici del processo di costituzionalizzazione sono trasversali e riguardano una pluralit� di temi tra cui la legittimit� democratica, la rappresentanza politica e l�efficacia sul piano della governance globale, soprattutto a livello di politica estera. Al centro del dibattito stanno, in ogni caso, i principi che governano l�architettura della nuova Unione (criterio delle decisioni a maggioranza qualificata, principio di sussidiariet�, cooperazioni rafforzate) e soprattutto l’interpretazione delle conseguenze sul piano nazionale del riordino delle competenze �orizzontali� e �verticali� previste dal Trattato. Con la quinta edizione del programma poliennale Le frontiere dell�Europa, il Centro Culturale intende analizzare le trasformazioni del quadro istituzionale europeo previste dal nuovo Trattato Costituzionale dell�Unione e contribuire all�analisi della discussione in corso. Una particolare attenzione sar� riservata alle questioni giuridiche (per esempio, alle fonti del diritto e alla delimitazione delle competenze), senza tuttavia dimenticare le questioni pi� strettamente politiche del processo di integrazione, legate ai fondamenti di legittimit� del processo di costituzionalizzazione all�interno di un sistema �non unitario�. In un quadro di multilevel government (tra istituzioni comunitarie, governative, intergovernative e locali) che prevede non la sostituzione delle costituzioni nazionali con la costituzione europea, ma la loro reciproca coesistenza, sembra delinearsi infatti una linea interpretativa del Trattato che punti a produrre non un �meccanismo�, ma un �organismo�, cio� una nuova societ� civile europea.
Riepilogo
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