Realizzato in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Modena, «Piccole ragioni. Filosofia con i bambini» è un progetto pluriennale della Fondazione San Carlo che intende caratterizzarsi attraverso una nuova relazione tra sapere filosofico e lavoro educativo. In particolare, il progetto si rivolge ai bambini della scuola dell’infanzia con metodologie e linguaggi pensati nello specifico per valorizzare il ruolo del sapere filosofico nell’analisi delle questioni etiche, grazie soprattutto al lavoro delle insegnanti, che sono messe in contatto con docenti esperti attraverso un corso di formazione. I programmi annuali, dedicati a un tema specifico, prevedono una conferenza aperta al pubblico e un ciclo di lezioni riservato alle insegnanti delle scuole dell’infanzia comunali che aderiscono al progetto, le quali, a loro volta, organizzano e conducono il lavoro in classe con i bambini, sulla base di quanto discusso durante il ciclo, ma in piena autonomia.
Asse portante di questa esperienza è la prospettiva filosofica tesa a mettere in questione le realtà ovvie e le certezze consolidate, per “meravigliare” attraverso la costruzione di uno sguardo altro, straniante. Naturalmente qui non si mira a fare lezioni di filosofia ai bambini, presentando le dottrine filosofiche di Spinoza o Kant, di Hegel o Nietzsche, ma a utilizzare la filosofia come forma di interrogazione e di sapere critico, come modalità di discussione rispetto a ciò che appare scontato, come modello di pensiero per ogni processo di denaturalizzazione dell’esistente. Con i bambini questo esperimento si confronta con temi molteplici: da un lato, i problemi teoretici (per esempio, che cos’è il bene?), dall’altro lato, i problemi pratici (come dovrebbe essere progettata e costruita la città in cui vivere?).
Si rivela così un’intensa capacità di partecipazione e coinvolgimento a una discussione dialettica che, senza offrire soluzioni precostituite, conduce a verità provvisorie frutto di una deliberazione giocosa e partecipata. Convinzione del progetto è, inoltre, che nello sviluppo conoscitivo del bambino vi sia uno spazio, talvolta trascurato, relativo alla conoscenza etica, spesso lasciata in secondo piano rispetto allo sviluppo dell’intelligenza cognitiva e al riconoscimento delle emozioni.
Nel percorso si parte ovviamente dalla consapevolezza che il bambino possiede già idee e rappresentazioni mentali riguardanti i temi etici, che tuttavia devono emergere con chiarezza e consolidarsi grazie ai percorsi proposti e strutturati dalle insegnanti. È perciò una domanda che gli adulti devono porsi: cosa pensano i bambini riguardo il bene e il male (o l’amicizia, o la città ben ordinata)? Si tratta di una questione alla quale non solo i bambini sono in grado di rispondere, ma che li porta a riflettere sulle loro stesse risposte, a confrontarle con quelle dei compagni di classe, a valutarne le conseguenze anche inaspettate, a mediare tra le diverse esigenze e proposte. Grazie a una maggiore attenzione alle questioni etiche, viene così favorita la nascita di una prima consapevolezza critica da parte del bambino nella sfera dell’agire collettivo e della vita in comune, in modo da interiorizzare attivamente (perché prodotto di un sapere fondato sull’esperienza in grado di costruire abilità sociali) valori necessari alla convivenza pacifica e al rispetto degli altri.