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Ciò che l’arte visiva costruisce e con cui si esprime è un linguaggio veicolare per eccellenza. Così come le lingue straniere si imparano meglio, come molte sperimentazioni europee dimostrano, non quando sono presentate e utilizzate soltanto come materie specifiche ma quando vengono usate come lingue veicolari per presentare altri contenuti e altre materie, lo stesso dovrebbe accadere ai repertori degli alfabeti delle immagini. Nella Scuola Primaria quest’obiettivo è più facile da realizzare, anche se l’immarcescibile ossessione analitica dell’Occidente tardo-razionalista rischia di frazionare l’offerta formativa in discutibili “ambiti disciplinari”. Nella Scuola Secondaria e nella sua organizzazione frazionata in ore specifiche di insegnamento, è più difficile realizzare quest’obiettivo oggi più che mai di primaria importanza.
L’universo dei media e le risorse di rete hanno incrementato la collaborazione del linguaggio delle immagini con quello delle parole nella creazione di un immaginario e nella costruzione di rappresentazioni e conoscenze. Tuttavia da questo repertorio figurale il mondo dell’arte è pressoché escluso e le risorse visuali offerte ai giovani sono spesso di bassa qualità fissando nel pensiero giovanile e infantile banalità e stereotipi.
Occorre dunque recuperare le risorse dell’arte all’interno dello scambio simbolico ordinario. Fare dell’arte un pilastro dell’immaginario e dei processi di co-costruzione delle conoscenze. Nei luoghi in cui si vuole fare dell’arte una risorsa educativa e dunque soprattutto a scuola, bisogna innanzitutto preoccuparsi di familiarizzare i più giovani con i linguaggi e le pratiche dell’arte. Non si dovrebbe insegnare chi sono gli artisti e cosa fanno ma cercare di immettere, nei processi intellettuali, immaginativi e creativi dei giovanissimi, idee, paradigmi, metafore e repertori simbolici desunti e suggeriti dall’esperienza artistica. Occorre che questo processo sia fondato non solo su lezioni, pur fondamentali, e consultazione di testi da imparare, ma sia costruito in larga parte su pratiche laboratoriali, sulla possibilità che l’incontro con l’arte sia soprattutto esperienza.
Questo non significa che un educatore debba essere un artista o un esperto d’arte in senso stretto: sarà tuttavia avvantaggiato se conosce e pratica il mondo dell’arte e, all’occasione, sa servirsi dei suoi alfabeti. Saper porgere e narrare le conoscenze e i contenuti della formazione in modo esteticamente e retoricamente efficace, avere familiarità con le dimensioni visuali e audiovisive della creazione e della comunicazione, essere in grado di presentare le conoscenze in forma di messaggi, di progetti, di proposte capaci di coinvolgere affetti ed emozioni, anche grazie all’apporto delle risorse visive, è senz’altro un’arte applicata, una sorta di artigianato creativo, con competenze consolidate e originali che vanno molto al di là di una mera “professione” o dell’aggettivazione tecnicistica di un ricettario didattico.
D’altra parte le opere d’arte, il loro modo di essere nel mondo e di testimoniare ciò che gli autori vogliono dirci attraverso esse, la loro possibilità di acquistare senso e significato nella nostra epoca è strettamente legato alla condizione che vengano considerate sempre meno oggetti ed eventi autosufficienti e a-storici, ma piuttosto frammenti e testimonianze della storia di vita dell’artista. Il pittore, il poeta, il musicista, infatti, costruisce la sua stessa esistenza come opera, permettendo a ciascuno di specchiarsi, riconoscersi e di scoprire qualcosa di noi e qualcosa del mondo che, senza quell’incontro, forse ci sarebbe rimasto sconosciuto. Le opere d’arte, con la loro genesi e la loro storia, possono allora costituirsi come modelli paradigmatici del modo in cui tutto il sapere nasce, si consolida, si radica e permette a una cultura, a una storia collettiva, a una società, di rappresentarsi attraverso esso.
(da P. Ciarcià e M. Dallari, Arte per crescere, Bazzano, Edizioni Artebambini, 2016, pp. 9-11)
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
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