Video integrale
La storia delle chiese legate alla Riforma protestante è viva della presenza delle donne. Si può dire che questa presenza è stata anche favorita da alcuni nodi teologici centrali della Riforma. Possiamo individuare uno di questi nodi teologici nella dottrina del sacerdozio universale dei credenti, che apre ogni spazio ai laici e alle donne, cancellando la separazione fra sacerdozio e laicato. La caduta di questo muro di separazione è anche ciò che apre la strada alla caduta fra realtà sacra e realtà profana, e combatte quindi il dualismo che ha costretto le donne dalla parte della natura, della materia caduta, del corpo impuro, ridando valore e dignità ai corpi, alla sessualità, in ultima istanza proprio alla donna.
Un secondo motore teologico della Riforma è stata la centralità della coscienza personale che porta naturalmente a privilegiare l’educazione e la cultura di ogni uomo e ogni donna. È necessario saper leggere e scrivere per accostarsi alla Scrittura in modo personale. È necessario sviluppare una coscienza critica per poter decidere la propria adesione alla Riforma. Nello stesso tempo la teologia della giustificazione per grazia mediante la fede fa sì che ci si possa sentir accolti da Dio e liberati dalla necessità del fare. Questo atteggiamento di fiducia nell’amore di Dio che ci precede, e non ha pretese nei nostri confronti, corrisponde molto a un atteggiamento femminile attento più alle relazioni e all’amore che alla supremazia personale.
Questa libertà di leggere e interpretare la Scrittura come Parola rivolta a trasformare la propria vita personale porta anche allo sviluppo di tutta quell’ermeneutica femminile di cui abbiamo trovato le tracce sin dall’epoca della Riforma. Con la Scrittura si discute, ci si confronta, non si lascia che essa diventi lo strumento di oppressione da parte di un’autorità umana nei confronti di qualcuno; siano esse le donne, i dissidenti, gli schiavi o i neri. Così anche la chiesa non è un’istituzione già data ma è qualcosa che si costruisce con il proprio zelo e che viene sempre ancora sottoposta al vaglio della Scrittura: ecclesia reformata semper reformanda. Questa libertà nei confronti della chiesa porta a situazioni di conflitti e lotte anche dure per trasformarla nel senso della giustizia e della libertà donate da Dio ai suoi figli e figlie. Essa permette un’evoluzione e una trasformazione dell’istituzione stessa che sono certo anche momenti di sofferenza, ma spesso sono l’unico modo che le chiese hanno per mantenersi in dialogo vitale con la cultura della società in cui sono radicate. (…)
Uno dei testi biblici intesi molto presto dalle donne come chiave di volta della uguaglianza nella differenza, di fronte a Cristo, è il testo battesimale di Gal 3,28: «Non c’è qui né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù».
Un testo che sembra illuminare tutta quanta la Scrittura e la storia delle donne nelle chiese. Le donne che incontrano Gesù, le discepole, le testimoni presenti nel Primo Testamento sono figura esplicita di questa vocazione a diventare figlie di Dio, cioè creature intere davanti a Dio e nel mondo. Sono anche lo specchio in cui le donne evangeliche possono ritrovare se stesse e i loro percorsi appassionati di fede. Non è un caso se la centralità della Scrittura produce anche, nel mondo evangelico, un diffondersi dei nomi biblici che riguarda certamente in primo luogo le donne; tutte chiamate fin dal nome donato loro dai genitori, a diventare testimoni fedeli e appassionate di quel Dio che libera e salva.
(da L. Tomassone, Donne nelle chiese della Riforma protestante, in L. Borriello et al., a cura di, La donna: memoria e attualità, 6 voll., Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2002, vol. III: Donna e religioni cristiane, pp. 255-257)*
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.