Il volume è la traduzione italiana di un testo (The Politics of Faith and the Politics of Scepticism) pubblicato postumo, nel 1996, sulla base di un ritrovamento d’archivio. Fra i filosofi politici più originali del secondo dopoguerra, Oakeshott è noto soprattutto per la sua visione della storia politica europea intesa come un rapporto ambivalente fra due forme contrastanti di comprensione dell’attività dello Stato e del governo. Da un lato, vi sono coloro che interpretano lo Stato come regolatore e la legge come condizione di esercizio delle scelte individuali; dall’altro, invece, quanti considerano lo Stato come dispensatore di servizi e di beni e la legge come strumento per l’ottenimento di fini ultimi. Tale opposizione, delineata principalmente nel volume La condotta umana (tradotto in Italia dal Mulino nel 1985), trova una sua formulazione preliminare in questo testo, scritto con ogni probabilità nel corso degli anni Cinquanta. In La politica moderna fra scetticismo e fede, infatti, il pensiero politico moderno europeo è letto attraverso il contrasto fra quei pensatori che individuano nella politica un’attività al servizio del perfezionamento dell’uomo e quelli che invece intendono la politica come limitato e necessario strumento per la regolazione delle interazioni umane. Se coloro che vedono l’attività di governo come perseguimento di un ideale di perfezione (e come manifestazione della fede in questo ideale) tendono ad attribuire un ruolo centrale e prevalente all’attività politica, quanti considerano il ruolo del governo come limitato e circoscritto sono inclini invece a considerare l’attività politica come essenzialmente fallibile. Questa distinzione è più profonda di quelle più usuali fra “destra” e “sinistra”, o fra liberalismo e socialismo, e identifica le due opposte tendenze che animano le categorie politiche della modernità. Se può essere interessante notare i notevoli elementi di analogia e originalità di questa visione rispetto a quella di altri coevi pensatori che hanno sviluppato le proprie opere durante la Guerra Fredda (per esempio, Jacob Talmon), è anche significativo mettere in luce come la posizione di Oakeshott non possa essere associata a una dogmatica difesa o condanna di una delle due tendenze. Al contrario, esse sono sempre presenti nella storia moderna, rappresentando i due poli che ne caratterizzano costantemente l’identità. In questa luce il volume fornisce un’originale interpretazione di insieme della vicenda politica dell’Europa moderna. Il testo è incorniciato da un’introduzione del curatore dell’edizione inglese, Timothy Fuller, e da una postfazione del curatore italiano, Agostino Carrino, il quale sottolinea il carattere laico e l’attualità della prospettiva teorica e interpretativa di Oakeshott.