Questo volume sviluppa la teoria contenuta in Diventare persone. Donne e universalità dei diritti (2001), in cui Nussbaum analizzava i temi della giustizia relativamente alle questioni di genere, mostrando come un tale approccio fosse più comprensivo rispetto a quelli resi possibili dall'utilitarismo economico. In quest'ultima opera è invece centrale la figura di John Rawls e il confronto con la dottrina classica del contratto sociale a partire dalla giustificazione politica sviluppata in Una teoria della giustizia (1971) rispetto a «tre pressanti problemi di giustizia nel mondo attuale, tutti riguardanti una forte asimmetria fra le parti di un eventuale contratto sociale: la giustizia per le persone con disabilità mentali e fisiche, la giustizia oltre i confini nazionali e quella per gli animali non umani» (p. 10). Infatti, secondo Rawls, le parti che intervengono a stipulare il contratto sono persone umane intese come soggetti "approssimativamente uguali, liberi e indipendenti", che possiedono senso di giustizia e un alto grado di razionalità. Ora, nota Nussbaum, né i disabili gravi, né i poveri del Sud del mondo e nemmeno gli animali rispondono a queste condizioni. L'alternativa al contrattualismo di Rawls consiste allora in una dottrina delle capacità (capabilities) fondata su principi aristotelici che insistono sulla partecipazione politica e sulla socialità umana come manifestazioni del bene. A questo scopo Nussbaum considera necessario che gli esseri umani soggetti a forme di bisogno e dipendenza, i poveri lontani e gli animali non umani entrino a pieno titolo nell'ipotetico momento della scelta (tramite tutori, quando questo sia assolutamente indispensabile): tali soggetti sarebbero così coinvolti fin dall'inizio come soggetti politici nella progettazione della struttura fondamentale della società. Il principio fondato sulle capabilities permette alle persone di condurre una vita buona indipendentemente dai postulati metafisici e dalle credenze religiose; inoltre garantisce un forte universalismo che supera la logica nazionale e culturale dei diritti umani definendo la vita umana in base alle sue caratteristiche di sviluppo. Questo approccio è interessato alla progettazione di una sfera politica globale nella quale tutti gli attori cooperino al fine di proteggere la dignità umana.
L'estensione della giustizia a tutti i cittadini del mondo va di pari passo con la piena realizzazione delle capacità umane: la protezione di un insieme di capacità umane fondamentali per tutti i cittadini del mondo è vista non solo come compatibile con il pluralismo, ma anche come suo sostegno.