L’intento dichiarato dell’autrice è quello di far interagire il pensiero degli autori considerati, ponendo in evidenza l’importanza dell’opera di Bachelard per una più profonda comprensione del bergsonismo e allo stesso tempo sottolineare il ruolo di Bergson non solo nello sviluppo della filosofia di Bachelard, ma dell’epistemologia francese in generale. Risulta perciò centrale il confronto tra il concetto bergsoniano di image e quello di reverie in Bachelard. Sebbene Bachelard ritenesse statiche e banali le metafore di Bergson – non dimentichiamo che sia in Bergson che in Bachelard la metafora è connotazione negativa del linguaggio in quanto ne rappresenta per il primo una solidificazione del movimento espressivo, e per il secondo un arresto dell’immaginazione – tuttavia il confronto condotto dalla Cariou tra l’image bergsoniana e la reverie in Bachelard ne pone in risalto le numerose affinità, svincolando, almeno in parte, il concetto bergsoniano dalle profonde critiche mossegli da Sartre ne L’immaginaire.E’ necessario attendere l’Introduction di Foucault a Traum und Existenz di Binswanger per avere da un lato la rivalutazione della reverie nei confronti dell’immagination di Sartre e, dall’altro, una critica al rapporto tra image e immagination in Bachelard molto simile a quella che lo stesso Bachelard aveva mosso nei confronti di Bergson. Ciò che è in gioco, tuttavia, non è ancora una antropologia dell”immaginazione (si vedano le pagine relative al sogno in Bergson e Bachelard, pp.30 e ssg.), ma la definizione di una clarté che si rende autonoma da quella scientifica. In Bergson si tratta innanzitutto di una critica serrata della scienza che ha lo scopo di definire positivamente il metodo e l’ambito della metafisica. In Bachelard, invece, è il riconoscimento che anche la scienza, in ogni suo progresso, necessita dell’intervento dell’immaginazione, della reverie.E’ a partire da questo confronto che Marie Cariou imposta un’ampia ricognizione dei temi che pongono Bergson e Bachelard uno di fronte all’altro: Plotino, la critica di Bergson a Cartesio e a Kant e la scienza non-cartesiana e non-kantiana di Bachelard, la teoria della relatività di Einstein, tra gli altri. Di Marie Cariou, docente alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Lione III, ricordiamo le opere dedicate alla filosofia di H. Bergson: Bergson et le fait mystique, Paris, Aubier-Montaigne, 1977; l’atomisme. Gassendi, Leibniz, Bergsonet Lucrèce, Paris, Aubier-Montaigne, 1978; Lectures bergsoniennes, Paris, P.U.F., 1990.