La dromologia (dal greco dromos=corsa) è una disciplina liminare alla sociologia dei trasporti, alla filosofia del tempo e all’economia, creata dal politologo e urbanista francese Paul Virilio per “descrivere la scienza o meglio la logica della “velocità” (La macchina che vede, Milano, Sugarco, 1988, p. 166). La costante ‘C” della velocità della luce mutuata dalla teoria della relatività diventa qui una categoria esplicativa dei processi di trasformazione ed evoluzione tecnologica dello spazio vissuto dal soggetto percipiente. La velocità, infatti, è prima di tutto una relazione di fenomeni che crea ed organizza, secondo Virilio, la dromosfera, cioè lo spazio-tempo che la rivoluzione delle tecniche di spostamento e comunicazione ha creato. Con un’indagine storica sulla necessità dello sviluppo di mezzi di trasporto sempre più celeri, l’autore ricostruisce, nei suoi saggi, le ragioni della contrazione dello spazio e del tempo e la conseguente minaccia delle loro specificazioni in termini di ‘ambiente’ e ‘durata’. Con la progressiva riduzione delle distanze, il soggetto, sempre più deterritorializzato, esperisce una beckettiana immobilità, che uniforma la sua percezione e la riduce a una registrazione sempre più indifferenziata di eventi in tempo reale. “Il territorio esiste ormai solo grazie alla violenza del movimento in avanti e la postazione avanzata dell’arrivo provoca il crepuscolo dei luoghi; il viaggiatore voyeur non ha più bisogno, come il suo confratello sedentario, di stare al buco della serratura di un centro di convergenza panottico, la sua corsa è ormai solo un lungo sguardo in cui il luogo e l’occhio si confondono etimologicamente” (L’orizzonte negativo, Genova, Costa & Nolan, 1986, p. 93). Espressione della velocità massima finora raggiunta, soppressione estrema dei rapporti di vicinanza/lontananza geografica, l’informazione ha “mondializzato il tempo”, ridisegnando i termini della rappresentazione del reale. Ed il suo centro diventa, nell’impossibilità di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, la simulazione. E questo apre ulteriori possibilità di assoggettamento dell’individuo da parte di un controllo sempre più generalizzato, veloce e (tele)presente (cfr. Velocità e politica. Saggio di dromologia, Multhipla, Milano, 1981). Nel suo ultimo libro Lo schermo e l’oblio, Virilio applica i risultati delle precedenti indagini all’ambito mediatico. Qui al ritmo sempre più vorticoso ‘della legge che regge l’informazione cioè la velocità di propagazione’, il controllo si accresce e diviene, di fatto, il nuovo ambiente. Il soggetto, in questa totalizzante sparizione della realtà, in questa “industrializzazione della percezione” (p. 87) rischia persino di perdere il suo corpo organico.