In mancanza di una definizione e di una etimologia certa di rischio, se ne delimita il senso in opposizione alla sicurezza. Tuttavia, ciò non chiarisce il significato del rischio e soprattutto non consente di comprendere la tesi formulata da Luhmann secondo la quale la società moderna rappresenta il futuro come rischio. Innanzitutto, se ogni operazione del sistema è data nella contemporaneità, all’interno del sistema e in riferimento all’ambiente da cui il sistema si distingue, allora è necessario riformulare la distinzione passato/futuro. Ciò comporta l’esclusione del presente in quanto luogo d’osservazione della distinzione e la visibilità di tale distinzione è data dalla decisione in quanto irrevocabile (passata) o in quanto produttrice di conseguenze (futuro). La decisione rende perciò necessario distinguere il rischio non dalla sicurezza, ma dal pericolo. Se al concetto di pericolo corrisponde la possibilità sempre presente di un evento indesiderato, di gravità variabile, ma indipendente dalla nostra volontà, il rischio è invece conseguenza della decisione. Nella riduzione della paradossalità della distinzione temporale passato/futuro in quanto data nella contemporaneità, la distinzione rischio/pericolo e l’indicazione relativa al rischio comporta la necessità di una razionalizzazione del futuro che, se osservato secondo la modalità del pericolo, risulta non razionalizzazbile poichè imprevedibile. In tal senso, l’intero apparato del calcolo del rischio risulta a sua volta paradossale poichè inteso a dimostrare che una decisione sbagliata è stata comunque corretta. Ne consegue la possibilità di comprendere la società moderna a partire dalla distinzione tra decisori, siano essi individui o organizzazioni, e coinvolti. Sebbene non si tratti di due categorie circoscrivibili sempre nettamente, risultano proficue nell’interpretazione di diversi ambiti della società moderna: dalla formazione dei movimenti di protesta, al ruolo della politica, dell’economia e della scienza. Dato comune dei diversi ambiti è la pretesa di ricondurre all’interno di un calcolo razionale di previsione ciò che è dato come imprevedibile e sconosciuto. Luhmann sottolinea perciò l’importanza del ruolo dell’osservazione secondo la quale, evidenziando ciò che è visibile all’osservatore dell’osservatore, dunque secondo modalità di distinzione che hanno efficacia solo in quanto rendono invisibile una parte del mondo osservato (il riferimento esplicito di Luhmann è a G. Spencer Brown, Laws of form, New York 1979) rivela il carattere paradossale della fondazione del rischio. Tra le più recenti traduzioni italiane dell’opera di Luhmann, docente di Sociologia all’Università di Bielefeld, ricordiamo in particolare: Osservazioni sulla modernità, Roma, Armando, 1994.