Le meraviglie del mondo

Mostri, prodigi e fatti dal Medioevo all'Illuminismo


La meraviglia indica sia un’emozione individuale capace di trasformarsi in impulso alla conoscenza sia le cose meravigliose della natura o dell’arte. La ricca disamina di entrambi questi aspetti della meraviglia fa di questo libro un’autentica ricerca di storia culturale, attenta sia ai mutamenti del discorso filosofico, teologico e scientifico che alle sue concretizzazioni istituzionali nel collezionismo, nella politica delle corti e nella nascita dei musei. Nel corso di una ricostruzione al tempo stesso precisa e densa le due autrici ripercorrono il complesso sviluppo e offrono una classificazione dei vari linguaggi della meraviglia come emozione conoscitiva, dalla paradossografia medioevale fondata sulla passione per l’insolito all’ammirazione per la regolarità della natura che nella filosofia aristotelica e nell’aristotelismo segna l’atto iniziatore della filosofia. In una prospettiva agostiniana destinata a una durevole incidenza culturale, la meraviglia si riferisce invece allo stupore di fronte ai misteri del creato e alla sottomissione di fronte alla potenza divina. Nella “filosofia preternaturale” di filosofi naturali, medici, alchimisti e maghi, che tanto rilievo ha avuto nell’affermazione culturale della rivoluzione scientifica, è cruciale l’idea che le cose meravigliose siano fondamentali per la conoscenza scientifica. Ne deriva la conservazione di un concetto di ordine naturale ampio e capace di accogliere anche i fenomeni rari ed eccezionali. Il valore del libro risiede nella sua capacità di mostrare le mille sfaccettature e le grandi potenzialità storiografiche di un tema delicato e situato all’intersezione dei saperi scientifici, teologici e storico-naturali. La passione della meraviglia e gli oggetti meravigliosi emergono come cruciali indicatori di confine e vettori dell’autodescrizione di culture orientate ora alla celebrazione dell’esotismo, ora all’uso politico del meraviglioso negli spettacoli di corte, ora all’espulsione del meraviglioso dall’orizzonte conoscitivo in nome della diffidenza e paura verso tutto ciò che suscita curiosità. Il maggiore contributo storiografico offerto dalle due autrici risiede nella revisione di un consolidato metaracconto storico che parla di una progressiva naturalizzazione e razionalizzazione del sapere culminata nell’Illuminismo: infatti il loro lavoro consiste nella ricostruzione di un percorso storico che mostra i flussi e i riflussi del discorso, gli scarti rispetto alla periodizzazione tradizionale e la molteplicità dei contesti intellettuali e istituzionali.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2000
Recensito da
Anno recensione 2001
Comune Roma
Pagine 457
Editore